Guidonia – Residui Chimeco, dalle analisi risulta “campione non pericoloso, non tossico, non cancerogeno”

Le analisi effettuate dal chimico Vito Ferri sul residuo di materiale fuoriuscito dallo stabilimento “ex Chimeco” di via Tiburtina la vigilia di Pasqua hanno classificato il campione come “rifiuto non pericoloso, non tossico, non cancerogeno”.

Il sindaco Eligio Rubeis, l’assessore all’Ambiente Enrico Scattone ed il dirigente Giovanna Recchia hanno effettuato martedì scorso un sopralluogo alla Chimeco in compagnia di due ingegneri ambientali per valutare tempi e modalità della rimozione delle strutture in ferro, container e vasche ormai vuote, ancora presenti all’interno dello stabilimento.

Sabato 23 aprile, dai cancelli del vecchio deposito, veniva fuori un residuo di liquame maleodorante mescolato ad acqua piovana, subito inertizzato con uno spargimento in strada di 270 chili di granuli assorbenti dai volontari della Protezione civile di Costanzo Di Paolo. Il Comune di Guidonia Montecelio, negli anni passati, ha anticipato di tasca propria 790mila euro per ripulire il sito ubicato al 18esimo chilometro della via Tiburtina. La consulenza venne affidata ad un ingegnere ambientale di nazionalità rumena, un super esperto che coordinò la rimozione, materialmente eseguita da una azienda di valenza europea, di circa un milione di metri cubi di materiale chimico tossico stipato dall’89 all’interno del sito, trasportato e poi distrutto in Francia e Germania. Una rimozione di tutti i materiali effettuata al 99,9 % che per essere ultimata necessita del trasporto delle ultime strutture in metallo, vasche e silos, ancora presenti all’interno del perimetro della Chimeco.

Il prossimo passo da compiere è quello della bonifica definitiva che però prevede un costo di sette milioni di euro. Il comune resta sempre in attesa del rimborso del milione e 350mila euro stanziato dalla Regione tra il 2007 e il 2008 ma mai erogato, anticipato dal comune nel 2008 per trasportare in aziende specializzate in Francia e Germania i reflui, svariate tonnellate, che per oltre 15 anni sono rimasti stipati all’interno dello stabilimento.

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