Per l’amministratore delegato, non è succeso nulla di grave, in fondo. Ma i cittadini dei quartieri che sorgono nei dintorni della Nieco, azienda di raccolta e smaltimento rifiuti speciali e pericolisi, la grossa colonna di fumo nero che si è alzata in cielo sabato notte, intorno alle 22, non è da sottovalutare. Sarà stato il colore nero inteso provocato, la durata della comubusione, oppure il suono delle piccole esplosioni causate dalle fiamme. Ma i residenti di zona si sono allarmanti, inizialmente pensando che fosse il “solito” rogo tossico proveniente dal vicino campo Rom di via Salone.
Sul posto sono dovute intevenire dieci squadre dei vigili del fuoco, la compagnia speciale dell’aereoporto di Ciampino (specializzata in incendi provocati da benzeme ed oli, la compagnia dei Carabinieri di Tivoli e Settecamini. “Non è successo nulla di allarmante – sostiene Stefano Valentini, amministratore delegato della Nieco -, l’incendo ha coinvolto solo una piccola parte del deposito che conteneva dei terreni contaminati”. Peccato che, secondo le prime ricostruzioni delle forze dell’ordine, alle fiamme sia andata una vasca sotterranea contenente oli esausti. In ogni caso, bisognerà aspettare il resoconto dei vigili del fuoco per capire le cause che hanno determinato l’incendio.
Il deposito di via Amaseno, in cui si è verificato il fatto, recupera e smaltisce rifiuti speciali e pericolosi, e se le fiamme avessero raggiuno le grosse cisterne che si affacciano sulla via (nella
Inferociti, i residenti di zona chiedono risposte, visto che probabilmnete saranno state disperse nell’aria sostante tossiche, più o meno pericolose, che la Nieco è autorizzata a smaltire. Per ora le indagini vanno avanti. Ma solo per la relazione dei vigili del fuoco bisognerà attendere circa una decina di giorni.
Veronica Altimari