Secondo il Comitato, le argomentazioni espresse nella risposta all’interrogazione parlamentare sono fondate “su freddi e impersonali calcoli numerici, paventando ancora una volta per l’ospedale di Subiaco una non meglio precisata funzione di Pronto Soccorso e la riduzione della Chirurgia a Day Surgery, ed affidando la risposta all’emergenza-urgenza alla rapidità nel trasporto del malato in fase acuta
ai presidi sanitari di Tivoli e del Policlinico di Roma”.
La nota del Comitato pro – Angelucci chiama poi in causa “i vertici politici e quanti detengono le responsabilità decisionali in tema di sanità pubblica per non conoscere a sufficienza le reali condizioni del nostro territorio, sia dal punto di vista orografico che da quello logistico”, aggiungendo che “Il rammarico è reso ancor più profondo dal fatto che nel maggio scorso lo stesso ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, era stata invitata nella Valle dell’Aniene e aveva avuto modo di rendersi conto di persona delle condizioni disagiate in cui si svolgono i trasporti sulle strade della nostra zona”.
La conclusione della nota è affidata ad un appello all’onorevole Monica Gregori ed a tutti i Sindaci e Amministratori della valle dell’Aniene, “perché in queste ore decisive per il futuro dell’ospedale Angelucci, essendo infatti prossima l’emanazione dei decreti attuativi da parte della Regione Lazio, producano un’incessante pressione sugli amministratori regionali, affinché l’assistenza sanitaria del territorio della Valle dell’Aniene sia garantita nel pieno rispetto del diritto alla salute, così come sancito dalla Costituzione”.
Fa. Lo.