Tivoli – Asa, parla il primo licenziato: “Dopo l’infortunio sul lavoro, preso di mira”

Pacini, che in Asa lavorava dal 2009 (con contratto a tempo indeterminato da giugno 2012), racconta la sua verità: “Sono inciampato in un tombino divelto, che ovviamente non avevo visto, mentre caricavo una pila di cartoni, e quella che sembrava una distorsione si è poi rivelata una frattura alla caviglia accertata dall’Inail. Dopo circa sette mesi  – continua -, potevo rientrare al lavoro, ma mi hanno messo in ferie obbligatorie fino al 18 settembre, collocandomi negli uffici della sede centrale in via del Trevio. Senza fare niente e senza dirmi niente”. Il 16 settembre parte la lettere di pre-licenziamento in cui venivano inviate le parti in causa a sedersi attorno al tavolo di conciliazione fissato per il 6 ottobre. Che fallisce. Da qui la formalizzazione del licenziamento “a carattere retroattivo dal ricevimento della prima comunicazione”.

 

E il licenziamento di Pacini non sembra essere l’unico “pronto sulla scrivania” di Girardi. Per sua stessa ammissione “un buon amministratore deve vedere in dettaglio le situazioni dei dipendenti e prendere delle decisioni”. Sembra infatti che sia pronta già una seconda lettera di licenziamento nei confronti di un altro dipendente con patologia fisica grave.

Che dentro la municipalizzata del Comune di Tivoli ci sia un “gruppetto di furbetti”, che proprio con i certificati di inidoneità si sono approfittati della situazione, è cosa che da tempo gira sulla bocca di molti tiburtini. Non a caso il problema è stato affrontato dallo stesso sindaco, Giuseppe Proietti, una volta insediato. Da qui, la perplessità è che a Pacini sia stato fatto scontare un prezzo troppo alto, e che possa essere il primo di una lunga serie di licenziamenti ai danni di lavoratori con certificati medici che ne attestino le limitazioni fisiche. “Stiamo avviando uno screening dettagliato su tutti i dipendenti, ed è una cosa dovuta – dice Girardi -, ma vorrei sottolineare che ‘una rondine non fa primavera’. Non sarebbe nel mio interesse perdere il 20% dei dipendenti di Asa, soprattutto ora che siamo in fase di partenza con la raccolta porta a porta, ed è per questo che laddove è possibile vengono ricollocati, ad esempio nel lavoro di presidio presso le nuove piazzole di conferimento”.

 

Una grana non da poco per il nuovo numero uno della municipalizzata. Mentre tra i lavoratori scatta la ricerca di “chi sarà il prossimo”. Sperando che le indagini in corso sulla situazione clinica dei lavoratori vengano fatte a regola d’arte, e che se c’è davvero chi si è approfittato della situazione negli anni, venga individuato. Per il bene della città certo, ma anche per i lavoratori onesti.

 

Veronica Altimari

 

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