“Violata la mia privacy”
Un’invasione della sfera privata che gli è valsa la solidarietà espressa sia dai componenti della sua stessa maggioranza, che dall’opposizione e dai dipendenti del municipio VI.
Vista la situazione delicata, il consigliere preferisce rifugiarsi nell’anonimato, nonostante la sua identità sia già stata svelata attraverso un articolo pubblicato online: “Mi sono ritrovato sui giornali a mia insaputa, ne sono venuto a conoscenza solo attraverso un mio amico che mi ha avvisato del fatto – spiega –. Questa storia ha fatto notizia solo perché sono un rappresentante politico, altrimenti nessuno avrebbe scritto al riguardo. Il fatto più grave, però, è un altro: qui non si tratta solo della violazione della mia privacy, ma soprattutto di una registrazione ottenuta illegalmente. Un fatto gravissimo su cui non intendo transigere”.
Nessun ricatto politico
Eppure le motivazioni di questo gesto non sembrerebbero condurre ad un ricatto politico: “Sono un semplice consigliere municipale, non ricopro incarichi importanti – commenta –. Anche nella precedente consiliatura erano stati fatti commenti sulla vita privata dei consiglieri, ma non si era mai arrivati a tanto”.
Secondo quanto trapelato, la cimice potrebbe essere stata installata nell’ufficio della Lista civica Marino: lì dove, con molta probabilità, potrebbero essere stati registrati anche i discorsi e gli incontri svolti dagli eletti nella stessa quota. In tutta questa storia, però, ora rimane solo l’amaro in bocca per il violento ed inaspettato attacco ai danni della vita privata e dell’immagine dell’uomo. Che pensa ora di chiudere con la politica: “Ho deciso di non ripresentarmi alle prossime elezioni – dichiara –. Questa scelta l’ho presa già tempo fa, non ha nulla a che vedere con questa storia. Semplicemente penso sia giunto il momento di voltare pagina”.
L’avvocato: “Ha chiesto al separazione già lo scorso febbraio”
È stata fatta passare come una storia di infedeltà coniugale e sesso sul posto di lavoro quando, in realtà, è ancora tutto da dimostrare. “Ho depositato personalmente la richiesta di separazione coniugale, voluta dal mio assistito, nel mese di febbraio – dichiara Daniele Di Bella, assessore al Patrimonio del municipio VI e legale del consigliere protagonista del cosiddetto ‘sexygate’ –. Abbiamo saputo della registrazione solo attraverso gli organi di stampa, ancora non ne siamo entrati in possesso. Trattandosi di una registrazione vocale, però, sarà difficile dimostrare quando e come sia stata ottenuta”.
Perché, come tiene a precisare l’avvocato Di Bella, il consigliere ha chiesto la separazione dalla moglie a febbraio, ovvero tre mesi prima dello “scandalo”. Anche dimostrare che il rapporto sia avvenuto in una stanza del municipio, non sarà facile: “Saranno gli inquirenti, attraverso le indagini, a capire le dinamiche di questa storia”, dichiara.
l.l.g.