Al vuoto della maggioranza era contrapposto il “pienone” da parte dei consiglieri di opposizione del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle. Per la minoranza la seduta del Consiglio avrebbe rappresentato l’occasione – anche se ad assistere c’erano pochissimi cittadini, molti dei quali addetti ai lavori o attivisti politici – per arrivare a chiedere ufficialmente le dimissioni del sindaco anche con una mozione di sfiducia.
L’assenza del numero legale per avviare i lavori ha rimandato tutto a data da destinarsi.
Cubeddu (5 Stelle): “Maggioranza vergognosa, Consiglio da sciogliere”
“Una condotta vergognosa e di paralisi civica – il commento di Sebastiano Cubeddu, capogruppo 5 Stelle di Guidonia -, cui si aggiunge anche l’assenza del vice sindaco Di Palma che ‘delegittima’ sé stesso non comparendo, politicamente complice di un non governo che né affronta, né si assume le proprie responsabilità. Si deve sciogliere questo Consiglio comunale, perché Guidonia Montecelio merita ben altro e noi faremo in modo che ciò accada al più presto”.
Di Silvio (Pd): “Evitano confronto, città paralizzata”
Sulla stessa linea di pensiero il Partito democratico presente a Palazzo Matteotti anche con bandiere e striscioni. “Centrodestra assente al Consiglio comunale che avevamo richiesto dopo l’arresto del sindaco – ha dichiarato il capogruppo Emanuele Di Silvio -. Hanno evitato il confronto e la città resta paralizzata. Noi invece ci siamo e continueremo a pretendere chiarezza e trasparenza”.
Cerroni: “Sarebbe stato processo politico a Rubeis, assente”L’unico a prendere una posizione a margine della seduta è stato il presidente del Consiglio Aldo Cerroni, difendendo la scelta del centrodestra di non partecipare al Consiglio straordinario: “I fatti contestati – ha commentato Cerroni – sono ancora tutti da chiarire e verificare e questo è compito della magistratura di cui tutti dobbiamo avere rispetto per quello che rappresenta e per il lavoro che svolge. Un dibattito serio sul futuro politico amministrativo di questa amministrazione, a mio avviso, non può prescindere dalla presenza o per lo meno dal giudizio politico del sindaco Rubeis stesso. Più che un dibattito politico amministrativo sarebbe apparso come un processo pubblico quando ancora un processo non c’è su vicende su cui è necessario utilizzare prudenza ed attenzione. Fare un ‘processo politico’ con l’eventuale ‘imputato’ assente, a cui è ovviamente preclusa oggi anche la possibilità di interloquire con la propria maggioranza mi appare vile, irrispettoso per la persona e politicamente fuorviante. Su questo può valere l’adagio popolare e l’idea di buon senso per cui non è opportuno ed è codardo parlare di una persona in sua assenza e senza che questi nulla possa dire di sé e della sua situazione. Un dibattito, certamente necessario ed imprescindibile, dovrà aprirsi, ma in un momento successivo quando si avranno elementi più precisi e quando al sindaco sarà possibile dire (politicamente) la sua”.