Sono già 20 i lavoratori per cui è stata richiesta la cassa integrazione. Sono i dipendenti della Rogima, l’impresa di marmi che è rimasti più colpita dall’evento calamitoso e che ora è costretta a fare a meno dei suoi operai, ragazzi che dal 14 ottobre non si sono mai risparmiati per provare a ripulire la ditta e dare supporto ai proprietari. ma a rischio ci sono anche i lavoratori di altre due imprese in particola: Capati e De Vincentis, fortemente colpite dall’alluvione.
“Io ho una moglie e un figlio in arrivo fra tre mesi, sono disperato – racconta Danilo Oddi, 33 anni di Tivoli, dipendente Rogima dal 2003 – Siamo più di una famiglia ormai qui, ci conosciamo da ragazzini e poi qui al lavoro. Non vedo futuro, se i soldi non arrivano subito per far ripartire le imprese siamo pronti a scatenare una guerra”.
Dalla paura alla rabbia, i lavoratori annunciano azioni di protesta forti se le imprese non otterranno aiuti economici immediati.
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