Tivoli – Imprese alluvionate, 20 lavoratori in cassa integrazione. A rischio anche gli altri

Sono già 20 i lavoratori per cui è stata richiesta la cassa integrazione. Sono i dipendenti della Rogima, l’impresa di marmi che è rimasti più colpita dall’evento calamitoso e che ora è costretta a fare a meno dei suoi operai, ragazzi che dal 14 ottobre non si sono mai risparmiati per provare a ripulire la ditta e dare supporto ai proprietari. ma a rischio ci sono anche i lavoratori di altre due imprese in particola: Capati e De Vincentis, fortemente colpite dall’alluvione.

 

Marcello Santolamazza Rogima“Con la cassa integrazione i sindacati ci hanno detto che non possiamo nemmeno venire qui a dare una mano ai colleghi perché si creerebbe un problema con la cassa – spiega Marcello Santolamazza (nella foto a sinistra), responsabile del capannone di Rogima – Quattro di noi sono già costretti a casa da lunedì 2 novembre e a turno ci andremo tutti. Siamo arrabbiati perché ci troviamo in questa situazione per colpe non nostre, ne dei titolari, e le istituzioni ora devono dare una risposta immediata e concreta ai per permettergli di ripartire, altrimenti restiamo tutti a casa”. Marcello, 53 anni di Tivoli, ha una moglie e due figli. Il suo era l’unico stipendio che entrava in casa e con la cassa che arriverà tra almeno cinque mesi e del valore dell’80% del suo stipendio, pensa ai conti da pagare.

“Io ho una moglie e un figlio in arrivo fra tre mesi, sono disperato – racconta Danilo Oddi, 33 anni di Tivoli, dipendente Rogima dal 2003 – Siamo più di una famiglia ormai qui, ci conosciamo da ragazzini e poi qui al lavoro. Non vedo futuro, se i soldi non arrivano subito per far ripartire le imprese siamo pronti a scatenare una guerra”.

 

Dalla paura alla rabbia, i lavoratori annunciano azioni di protesta forti se le imprese non otterranno aiuti economici immediati.

 

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