Attilia: “Disagi dovuti anche a potenziamento strutture limitrofe”
“La notizia appare sicuramente sconfortante ma è solo l’inevitabile conseguenza delle politiche regionali in materia di sanità – prosegue Attilia -. Il San Giovanni Evangelista è da molti ingiustamente indicato come l’unica causa di una serie di disservizi e di mal gestione sanitaria, dettata invece dalla scelta non condivisibile di depotenziamento delle strutture limitrofe a fronte di un mancato aumento della potenzialità ricettiva della stessa struttura tiburtina. La Regione Lazio si era più volte impegnata pubblicamente a risolvere i problemi della più vasta Azienda Sanitaria, la Asl Roma 5 (già RmG) puntando proprio sulla nostra città come fulcro di una rete di servizi sanitari che vedono come bacino di utenza un territorio vastissimo ed altamente popolato”.
Situazione difficile in tutta la Asl: “Serve programmazione aziendalersupportata da Regione”“L’esiguità dei posti letto a disposizione, ben al di sotto degli standard regionali, ed il mancato turnover delle figure professionali che lavorano in continuo stato di precariato e carenza numerica – ha aggiunto Attilia -, rendono le strutture della stessa Asl spesso carenti nel far fronte alle esigenze territoriali, con gravi disagi sopportati dall’utenza che troppo spesso è costretta a rivolgersi ai nosocomi romani (i quali vivono gli stessi disagi per gli identici motivi). Tale situazione non è più gestibile e la continua emergenza non può essere affrontata solo attraverso la buona volontà e lo spirito di abnegazione di molti operatori (medici, infermieri e tecnici di varie specialità) ai quali va la comprensione da parte di questa smministrazione per le spesso difficili condizioni lavorative presenti, ma attraverso una programmazione aziendale che sia supportata da una reale politica regionale di potenziamento”.
“Tivoli non vuole perdere il suo ospedale”
La Regione Lazio sarà chiamata a farsi carico delle richieste e delle esigenze del territorio tiburtino, per non essere i cittadini dell’intero distretto continuamente costretti a richiedere cure fuori territorio o in strutture private, potendosi invece rivolgere con fiducia al presidio ospedaliero di zona pretendendo standard qualitativi elevati. Rimane alta l’attenzione nei confronti di tale tema da parte dell’amministrazione cittadina, rimarcando problematiche già denunciate quali la mancata implementazione dell’Emodinamica con turni H24, l’assenza di una Risonanza Magnetica pubblica, la carenza di personale e di posti letto. La città di Tivoli – conclude il consigliere comunale – non vuole assolutamente perdere il suo ospedale e crede fermamente nell’importanza di un progetto di rete che veda il San Giovanni Evangelista come riferimento primario”.