Dati e numeri allarmanti, che rischiano di peggiorare data la situazione attualmente esistente nell’area dell’ex Polverificio Stacchini, dove poco prima di Pasqua sono nati almeno dieci nuovi cuccioli (nella foto sopra a sinistra). I cani infatti, senza sterilizzazione, stano continuando a riprodursi. Questo malgrado l’allarme lanciato più volte dalle volontarie che li stanno nutrendo da quando l’area fu sgomberata lo scorso anno dagli accampamenti abusivi dei nomadi.
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Chi si sta spendendo in prima linea per un miglioramento in questo senso è Roberta Piacentini, delegata del sindaco per il benessere degli animali, che dallo scorso anno si preoccupa di sfamare, insieme ad altri cittadini, i randagi rimasti nel’area dell’ex Polverificio. “Il comune di Tivoli nel 2000 decide di chiudere la struttura pubblica di via Monte Vescovo, pensando di risparmiare con le convenzioni private – spiega Piacentini – Da allora incessantemente il numero di cani ‘ospiti’ è lievitato. Ad oggi le strutture a cui il comune consegna i cani accalappiati sul proprio territorio sono cinque, a fine 2015 la situazione registrata è questa: canile Qua La Zampa di Tivoli con 137 cani tra canile sanitario e canile rifugio, la Fattoria di Tobia a Palestrina con 17 nel sanitario e 22 nel rifugio, allevamento Fontana di Viterbo con 24 cani, 4 sono al Dog Village, mentre all’Enpa “Fidolandia” di Castel Madama ce ne sono 24. Se si pensa che per il sanitario la spesa è di 5 euro al giorno, e i cani dovrebbero sostare qui solo di passaggio, ma così non è, mentre per il rifugio è di 3 euro al giorno. Ecco che la cifra totale per queste strutture arriva ad oltre 350mila euro all’anno”.
“Senza l’attivazione di campagne di adozioni degli animali reclusi, il numero inevitabilmente è destinato ad aumentare, senza dimenticare la vita da recluso che questi animali sono costretti a fare – continua la delegata del sindaco, che sulla questione si sta mettendo di traverso contro l’amministrazione tiburtina – Non esiste un censimento fotografico dei cani, non esiste un sito internet dove pubblicizzare gli animali da adottare, ma nemmeno quello per gli animali appena catturati al fine di facilitare il ritrovamento nel caso si fosse smarrito. Eppure se alle associazioni viene consentito di lavorare riescono a farne adottare centinaia all’anno”.
Eppure lo scorso 14 ottobre, il consiglio comunale di Tivoli ha approvato il “Regolamento per la tutela e il benessere degli animali”. Un protocollo voluto fortemente dalle realtà associative del territorio, per il quale ci sono voluti almeno dieci anni per vederlo portare alla luce. ù “Il regolamento è un bel documento chiuso in un cassetto – conclude la Piacentini -, l’applicazione è solo un bel sogno. Tivoli è culturalmente indietro riguardo al benessere animale, ma non stiamo facendo nulla per evolvere. L’emergenza Stacchini ne è un esempio, da quasi un anno si cerca di affidare i gatti rimasti, mentre per i cani non socializzati l’unica soluzione è la sterilizzazione per poi riposizionarli sul luogo. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mentre le strutture convenzionate ormai esplodono di ‘invisibili’, a beneficio dei privati”.
Ve. Al.