Sanità: Nuovo piano per abbattere le liste d’attesa nel Lazio

“Dopo il risanamento dei conti, la riqualificazione delle strutture sanitarie e l’assunzione di nuovo personale, ora viene avviato il taglio delle liste di attesa per garantire ai cittadini del Lazio regole chiare e tempi brevi per visite e prestazioni mediche”. Lo dichiara, in una nota, Massimiliano Valeriani, capogruppo regionale del Pd.?“Un nuovo piano e una responsabilità condivisa tra Amministrazione, direttori sanitari e operatori – aggiunge – per aggredire le liste di attesa e restituire dignità e piena funzionalità al sistema delle cure e dell’assistenza. Con un investimento di 10 milioni di euro si punterà ad abbattere le code nel giro di 3 mesi, mentre con la possibilità di accedere a visite ed esami mediante specialisti, medici di famiglia e ospedali, insieme ad una gestione trasparente e condivisa delle agende di prenotazione, si ridurranno i tempi di attesa, assicurando migliore qualità e maggiore efficienza al servizio sanitario regionale. La sfida non è ancora vinta, ma in questi anni sono stati conseguiti grandi risultati: dal contenimento della spesa allo sblocco del turnover fino agli investimenti per potenziare e ammodernare le strutture e i reparti ospedalieri. Il Lazio diventa un modello anche sulla sanità, grazie alla collaborazione e alla concertazione con le organizzazioni sindacali perché le buone idee hanno poi bisogno di buone gambe per essere realizzate”.

Separazione tra prime visite e prestazioni e visite di controllo non urgenti. Oggi tutte le prestazioni finivano in un unico flusso: dall’esame oncologico prescritto d’urgenza dal medico al richiamo per un paziente cronico con diabete, che dovrà fare una visita di controllo una volta l’anno. Adesso invece il primo accesso, cioè le prime visite e le prime prestazioni terapeutiche, sarà separato da tutte le visite di controllo che non hanno urgenza di essere effettuate e che possono essere programmate direttamente dai medici o dalle strutture, senza passare per le liste di attesa ma per liste di prenotazione. D’ora in poi ci saranno quindi due flussi distinti, a beneficio delle aree relative alle prestazioni più urgenti e più critiche.?Per quanto riguarda la prima classe di prestazioni, quella relativa al primo accesso, il medico dovrà indicare il grado di urgenza della prestazione richiesta sulla base di criteri clinici condivisi:
• u = urgente da eseguire entro 72 ore?• b = breve 10 gg?• d = differibile 30 gg per le visite 60 gg per le prestazioni strumentali?• p = programmata 180 gg
Le prestazioni di controllo invece non entrano nelle liste d’attesa, poiché sono programmate e prenotate direttamente dal medico o dalla struttura che prende in carico il paziente.
Trasparenza e nuove regole nella gestione delle liste d’attesa. Tutte le agende di prenotazione sono visibili al Recup, per consentire la razionale attività di registrazione di tutti gli appuntamenti. I calendari delle agende non possono essere chiusi, quindi non sarà più possibile rifiutare la richiesta di una prestazione, come purtroppo accadeva a volte oggi. Direttive chiare alle Asl per governare l’offerta di prestazioni, in base alle strutture, ai macchinari, a disposizione e al fabbisogno. Chiamiamo dunque le Asl ad uno sforzo di programmazione importante: valutare la propria capacità per tipologie di prestazioni; indicare i fabbisogni, individuando la quota di attività che sono in grado di produrre attraverso le proprie risorse, e quella che può essere acquistata dalle aziende ospedaliere e dalle strutture private accreditate; ottimizzare i turni e l’uso dei macchinari.?Garantiamo la maggiore prossimità possibile della prestazione ai cittadini. Un’altra novità importante: l’ambito territoriale di garanzia è definito dal territorio della Asl di residenza, e vale solo per le prestazioni critiche per le quali sia stata indicata la classe di priorità. Nella definizione degli ambiti, si tiene conto della tipologia delle prestazioni ad alta, media o bassa tecnologia, che incidono nella ripartizione territoriale. Gli ambiti territoriali di garanzia sono 3, in base alla complessità della prestazione: il più vicino è quello distrettuale, per le prestazioni più semplici; c’è poi quello aziendale, che corrisponde al territorio della Asl, per prestazioni di media complessità; infine, quello sovra-aziendale (con accorpamenti 2 o più Asl) per prestazioni di alta tecnologia.
Nuove regole relative all’intramoenia, responsabilizzando le aziende sanitarie. Con attese oltre i limiti stabiliti, le aziende dovranno infatti ridurre o sospendere l’intramoenia. Questi i limiti (come da norme nazionali): 30/60 giorni per le priorità «d», 180 giorni per le priorità «p». La riduzione e/o sospensione cesserà dal momento in cui saranno ripristinati tempi di attesa per l’attività istituzionale inferiori ai valori massimi previsti. Per rendere efficace la misura, verranno rafforzati i sistemi di monitoraggio su tempi, inadempienze e irregolarità.?Interventi per tagliare le liste esistenti, che si sono accumulate. Al via da maggio con un progetto straordinario su alcune ecografie e visite specialistiche dove le attese sono più lunghe: con un investimento di 10mln e un tempo stimato di 12 settimane, anticipiamo gli appuntamenti di queste prestazioni critiche. Le persone in lista di attesa saranno richiamate, a partire da maggio, per anticipare gli appuntamenti già prenotati. I recall partiranno dalle attese più lunghe.?Apertura dei servizi estesa sino alle ore 22 e nei giorni di sabato e domenica. Oggi alcune strutture e alcuni macchinari lavorano solo pochi giorni a settimana. Adesso, anche grazie all’arrivo di nuovo personale, si garantisce maggiore disponibilità, per aumentare la produttività ed effettuare più prestazioni. Per questo, previsti: l’implementazione di prestazioni aggiuntive, l’apertura dei servizi estesa sino alle ore 22,00 e nei giorni di sabato e domenica.?La rete ambulatori aperti: verranno attivati in ogni distretto ambulatori aperti, almeno 2 nelle Asl del comune di Roma, a partire dalle case della salute. Le 3 visite specialistiche verranno effettuate sperimentalmente in alcuni ambulatori senza prenotazione. L’obiettivo del piano è arrivare in due anni al 90% delle prestazioni erogate entro i tempi stabiliti e negli ambiti di garanzia territoriale, cioè il più possibile vicino ai cittadini.
La collaborazione e la condivisione da parte di tutti gli attori. La Regione, le aziende sanitarie, i responsabili delle liste d’attesa, i medici di medicina generale e i medici specialisti, i tecnici, le organizzazioni sindacali, le rappresentanze degli utenti, i Cup e il Recup. Tutti insieme dobbiamo raccogliere una grande sfida, è un tassello fondamentale per garantire il diritto alla salute dei cittadini e dare loro il senso di una presenza forte e positiva dello Stato.

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 Comunicazione istituzionale

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