Amore e musica, blocca il concerto della band per chiedere la mano alla fidanzata

Così Simone Monaco, pasticcere 31enne di Marco Simone, ha chiesto la mano alla fidanzata Cristina Petricca, originaria di Villanova e di sette anni più giovane. Una proposta inaspettata, in ginocchio sul palcoscenico e con l’anello in mano, sulle note di “21 anni” di Fabrizio Moro, da sempre la loro canzone.
Erano circa le 23 e Simone si esibiva alla “Hd Music Farm” col suo gruppo rock, gli “Area Zero”. Quando è arrivato il fuori programma che ha fermato il concerto. In questo modo ha deciso di farle la fatidica proposta, davanti a un pubblico formato da amici e fan con in prima fila lei, Cristina, insieme alla sorella Veronica e alla migliore amica Giulia Rocchi.
Il momento più toccante, neanche a dirlo, è arrivato con l’abbraccio tra i due e gli applausi del pubblico, che hanno fatto da cornice a un meraviglioso “sì”. Quello pronunciato dalla futura sposa alle nozze con il cantante che si terranno a metà agosto.
0M1A6664Una “pazzia” d’amore con lieto fine che ha fissato un appuntamento importante nella storia tra i due, che si sono conosciuti tre anni fa grazie a un amico comune. Quando lei aveva 21 anni e Simone le cantava in macchina durante le loro prime uscite quella canzone di Moro con il cui sottofondo, qualche anno più tardi, le avrebbe chiesto di sposarlo.
Simone è appassionato di moto, rigorosamente Harley Davidson, ama cantare e scrivere canzoni. Lavora come pasticcere e gelatiere ed è legatissimo alla sua famiglia, formata da mamma Enza Mazzeo, papà Rosario, e dai fratelli Andrea e Cristian. Chi gli sta vicino lo definisce un “artista un po’ pazzo”, che nei suoi pezzi ama raccontare sé stesso e il suo stato d’animo, guardandosi come farebbe un estraneo.
“Ho chiesto a Cristina di sposarmi dal palco – racconta il cantante – mentre suonavo le mie canzoni perché doveva essere così. Perché lei è sempre sotto al palco ed è la prima a leggere i nuovi testi, perché mi dà coraggio e perché lei è stata la mia musa in un momento difficile della mia vita in cui volevo smettere di cantare.
Come si dice? Le canzoni tristi sono le migliori, lo pensavo anche io e probabilmente è vero. Le ho chiesto la mano sulle note di “21 anni”, davanti a tutti, in quello che è il nostro mondo. Da quel momento lei è la mia “canzone felice” e sono sicuro che ci aspettano un sacco di parole belle da scrivere per il futuro”.
Cristina lavora in una pizzeria ed è appassionata di fotografia e poesia. Sul comodino, in camera da letto, tiene ”I Fiori del male”, una raccolta di poesie di Baudelaire che legge ogni giorno.
Originaria di Villanova, dove vivono papà Claudio, mamma Rosa Bernabei e la sorella Veronica, è una ragazza semplice e un po’ timida, una di quelle che si emozionano ancora per un fiore regalato.
“Mi aspettavo una pazzia del genere da Simone – commenta Cristina – ma non all’improvviso e con così pochi mesi d’anticipo. Ho iniziato a capire quando è partita la nostra canzone e ho notato molta emozione nella sua voce. A dire la verità non ci ho capito molto, tremavo ed è stata una emozione fortissima. Il nostro matrimonio sarà sicuramente molto semplice ma originale. Non ho mai il coraggio per dirglielo ma Simone è il mio “Deus ex machina”, un Dio che ha risolto la mia vita. Posso descriverlo solo così”.

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di Vittorio Moriconi

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