Questa l’incredibile scoperta fatta da un team di studiosi in cui figura anche un guidoniano doc, che collabora col Dipartimento di Scienze della Terra de “La Sapienza” e vive a Berlino, dove lavora al Museum für Naaturkunde.
A 34 anni, Marco Romano è uno dei tanti cervelli in fuga del nostro paese, legatissimo al territorio di Guidonia e alla sua famiglia, in special modo a nonna “Foffa”, una donna “monolitica” che lo ha accompagnato fino agli anni dell’università.
Figlio di Riccardo, ingegnere in pensione, e di Graziella Pinna, impiegata della scuola “Don Milani”, un fratello minore, Paolo, Marco è un pasoliniano doc, appassionato di musica rock e progressive e a lungo chitarrista della locale “Ufo Rock band”, per 14 anni ha fatto parte del gruppo Scout Guidonia 1, “una delle poche realtà che ancora oggi riesce a mantenere intatto un tessuto sociale e comunitario” e si è diplomato al liceo Majorana “in una classe di pazzi scatenati seguiti da un corpo docente più unico che raro, tra cui Marco Giardini, Rosa Lanzillotta (“Mamma Lanza”), Nadia Dibellonia e Silvia Ciccarini”.
Per poi laurearsi alla Sapienza dove ha conosciuto subito due figure di riferimento accademico, i ‘Prof’ di paleontologia Umberto Nicosia e Sandra Conti.
Anche per Marco, come per altri ragazzi costretti a inseguire i propri sogni all’estero, resta comunque forte il desiderio di tornare a fare ricerca in Italia “per rendere giustizia direttamente alle peculiarità geo-paleontologiche della penisola”.
Come nasce la passione per la Paleontologia?
Come per molti colleghi nasce da bambino. Ricordo ancora il primo fossile trovato sul Gran Sasso all’età di tre anni. E’ stato incredibile per me trovare un organismo marino in alta montagna e lontano dal mare. Fu quell’episodio a stimolare la mia curiosità. A differenza di molti paleontologi che si sono avvicinati a questo campo per la passione dei dinosauri, per me non è stato così, sono rimasto attratto dai gusci dei piccoli invertebrati.
Ci parli della scoperta su Monte Cagno.
Si tratta di impronte di uno o più carnivori (teropodi nella terminologia scientifica) trovate su un sedimento a circa 1900 metri di quota risalenti a un periodo tra i 125 e 113 milioni di anni fa, scoperte casualmente nel 2005 durante un’escursione da Fabio Speranza. Solo recentemente sono state studiate dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia e dal Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza.
La nuova analisi è stata possibile dalla tecnologia dei droni e della fotogrammetria e pubblicata sulla rivista internazionale “Cretaceous Research”. Scoperta importantissima da un lato perché rappresenta il primo sito a ritrovamento in Abruzzo. E dall’altro perché le tracce ci dicono che il dinosauro doveva procedere in posizione “accucciata” o “gattonando”, come in alcuni felini. Con una lunghezza di 135 cm queste tracce sono le più grandi trovate in Italia e devono essere state lasciate da un carnivoro di dimensioni notevoli.
Scoperte interessanti a Guidonia e dintorni?
Il territorio è stato per la mia crescita professionale importantissimo, con i suoi affioramenti di argille plioceniche (molto ricche di invertebrati) e depositi mesozoici dei Monti Cornicolani e Lucretili (con fossili esteticamente molto belli). Anche il sostegno di persone più grandi è stato fondamentale. Quando ero ancora un bambino insieme a Fabrizio e Davide Zilli alcuni guidoniani doc come Ezio Curti, Cesare Lucarini, Franco Bufalieri (fondatore del gruppo speleologico di Guidonia Montecelio), Roberto Zilli e i miei genitori hanno sempre assecondato queste nostre passioni scorrazzandoci in giro tra cave delle Cementerie, di Riano, Poggio Cesi, Fonte Bologna a Tivoli, Fonte Campitello su Monte Gennaro. Non a caso persone molto attive in comitati per la preservazione del territorio, a più riprese violentato, ma incredibile sotto il punto di vista paesaggistico, geo-naturalistico e archeologico.
Molti giovani se ne vanno e si parla spesso di cervelli in fuga. E’ così?
La situazione è disastrosa nel campo dell’istruzione e del finanziamento alla ricerca. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a uno smantellamento programmatico e mirato della pubblica istruzione, con una serie di riforme scellerate che altro non hanno fatto se non tagliare sempre di più i posti e i fondi, e rendere strutturale il precariato. Nel corso del tempo ci siamo sorbiti la riforma Zecchino, poi la Moratti, Gelmini e così via. Ci siamo agitati, abbiamo occupato e dormito in Dipartimento. Ma non è servito a granché, se il sottoscritto e molti altri cari amici sono ora sparsi in giro per il mondo, non per scelta.
Sono stato ‘costretto’, senza usare giri di parole, ad andare via dall’Italia per continuare a seguire la mia passione. Con il paradosso che continuo in buona parte a studiare affioramenti e esemplari italiani dalla Germania e non dal paese dove sono nato e cresciuto. Credo che la questione sia un trend comune e in grande crescita. Una esperienza all’estero è indubbiamente un momento importante che consiglio ad ogni giovane. Tuttavia i giovani dovrebbero partire per curiosità e non perché costretti a farlo. Credo che, tranne in rari casi, in Italia non ci sia alcuna possibilità di poter operare una scelta a riguardo.
Un consiglio per i giovani di Guidonia?
Non buttare mai via il proprio tempo e trovarsi sempre delle passioni che occupino la vita, dalla musica, allo sport, lettura e via dicendo. Una vita senza passioni o slanci rappresenta un’esistenza grigia.
Il buon Guccini cantava “a vent’anni si è stupidi davvero”: cercate di convogliare questa giusta e più che lecita ‘stupidità’ in qualcosa che alla lunga sarà necessariamente remunerativo (come le amicizie). Cercare di fare nella vita quello che realmente piace e scegliere una professione che si farebbe a prescindere dallo stipendio. Leggere e studiare, mai come ora il nostro paese ha bisogno di menti pensanti, intelligenti, autonome e preparate. Trovatevi amicizie vere, lunghe e durature.
Come ha visto cambiare il territorio di Guidonia negli anni?
Abbiamo assistito a un cambiamento urbanistico, sociale e persino antropologico comune a molte città italiane di media grandezza, cresciute a dismisura con periferie-dormitorio estese a perdita d’occhio. Un passaggio da un nucleo sociale ancora abbastanza compatto al più totale anonimato in stile grande metropoli europea. Trend a cui hanno contribuito i nuovi grandi centri commerciali, andando a eliminare anche il rapporto lungo e fiduciario cliente-piccolo commerciante. Resistono poche realtà che ancora coltivano il tessuto sociale, come gli scout già menzionati, il carnevale di Guidonia e altri comitati molto attivi nella zona. Proprio recentemente facevo una passeggiata nella Guidonia storica, nelle case popolari o “palestre” come si chiamavano una volta. Le ricordavo sempre piene di ragazzi e bambini, non cresceva un filo d’erba per le infinite partitelle a ‘tedesca’, nascondino e via dicendo. Ho trovato l’erba alta, nessuno che giocava e un grande silenzio. Devo ammettere che mi ha impressionato abbastanza. “Il mondo è andato avanti…”
di Vittorio Moriconi