Monterotondo – manca il personale, laboratorio analisi chiuso di notte

Una situazione di sofferenza che si potrebbe acuire durante il mese di agosto, quando il laboratorio analisi non avrà personale tecnico in servizio per la maggior parte delle notti, 25 su 31 giorni che compongono il mese, nella fascia oraria dalle 20 alle 8 del mattino successivo.

Una situazione difficile che i medici del nosocomio di Monterotondo chiedono di risolvere in tempi brevi, attraverso una lettera firmata dai referenti e dai responsabili delle quattro aree mediche di cui è composto il “santissimo Gonfalone”.

Dal pronto Soccorso alla Medicina, dalla Chirurgia all’Anestesia e Rianimazione, si chiede di fare presto. L’importanza di avere in tempi brevi le risposte degli esami ematochimici è evidente ad esempio con l’emocromo, in grado di evidenziare una possibile emorragia interna a seguito di un incidente stradale, oppure gli enzimi nei casi di sospette patologie cardiologiche. Di conseguenza, ai fisiologici tempi di risposta del laboratorio analisi, si aggiungono quelli del trasporto a Tivoli, che chi è abituato a fare quel tragitto conosce bene. Anche perché un conto è portare una provetta al piano di sopra, un conto  è spedirla a una distanza di 26 km, dedicando un servizio di trasporto solo a questo.

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La situazione era già emersa in precedenza, dal difficile quadro tratteggiato dal segretario generale della Cgil Fp di Rieti e Roma Est Valle dell’Aniene Aldo Capobianchi, in una lettera inviata al direttore generale dell’azienda Vitaliano De Salazar, al direttore dell’ospedale “Santissimo Gonfalone” di Monterotondo Orlando Salvati e ad altri tre dirigenti della Asl Roma 5, lo scorso 15 giugno. La lettera dava conto di quanto emerso da un’assemblea del personale  che si era svolta all’interno del “Gonfalone”. In quella missiva la carenza di personale del laboratorio analisi era uno dei punti principali. “L’evidente insufficienza dei tecnici comporta turni di 12 ore e ogni tecnico fa in media 14 turni ogni mese in più rispetto a quelli dovuti “, si leggeva nel testo inviato ai vertici dell’Asl.

 Un super lavoro che non riusciva però  a coprire tutte le esigenze, perché sempre secondo le parole del segretario generale della confederazione sindacale “Di recente  si è verificata l’impossibilità da parte dei tecnici di laboratorio a coprire un  turno di notte, con conseguente e ripetuto utilizzo, per l’invio dei prelievi urgenti a Tivoli, della navetta”. Secondo il sindacato questa situazione avrebbe comportato – tra l’altro – “L’allungamento dei tempi dal prelievo all’analisi del campione e il ritardo nella refertazione delle analisi”.

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 Dopo l’intervento della Cgil la situazione non è migliorata, anzi. Tanto che si sono dovuti mobilitare direttamente i medici dell’intero ospedale con una lettera inviata, anche qui, ai responsabili dei vari settori sia aziendali che ospedalieri dal direttore del Dea facente funzioni al Direttore sanitario aziendale, a quello del Personale a quello del Dipartimento Laboratorio. Una lettera dai toni preoccupanti , con cui si chiede  ” la risoluzione  del problema in tempi brevi” dopo che ” dal mese di giugno abbiamo avuto in questo nosocomio la chiusura del laboratorio analisi, con l’impossibilità di effettuare in sede esami ematochimici.

“L’utilizzo della navetta per il trasporto dei prelievi all’ospedale di Tivoli non garantisce le problematiche relative alla gestione di un pronto soccorso e/o dell’urgenza/emergenza medica indifferibile quale un pronto soccorso dovrebbe rispondere”, si legge ancora nella lettera.

Un problema da risolvere a breve per la “Sicurezza del paziente” e ” Per assicurargli un giusto percorso diagnostico terapeutico come stabilito dai protocolli relativi ai requisiti indispensabili per il pronto soccorso”.

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