Paura da nuovo DPCM. Cosa ci dobbiamo aspettare?

In Italia salgono i contagi e ormai siamo abituati alle nuove strette della domenica

Tornata ormai l’abitudine del nuovo DPCM della domenica, gli italiani si chiedono cosa li aspetterà questo fine settimana. Arriveranno nuove restrizioni? Cosa non potremmo più fare la prossima settimana? Al momento le previsioni della vigili parlano soprattutto di zone rosse, limitazione dello spostamento tra Regioni e chiusura di alcune attività nelle aree dove più si è impennata la curva dei contagi. Sono queste le nuove misure che il governo potrebbe prendere nelle prossime ore per provare a piegare la curva del Covid-19. Il piano è partire dalle città metropolitane. Milano e Napoli, ma anche Bologna, Torino e Roma sono le «osservate speciali», che rischiano di finire in lockdown. Il fronte del rigore nel governo si rafforza sull’onda dei numeri e spinge per fermare anche le scuole e sospendere le lezioni in presenza in tutta Italia, anche per elementari e medie.

Il premier Conte sembra voler attendere ancora qualche giorno, per poi procedere con un nuovo Dpcm tra l’8 e il 9 novembre. Ma il virus corre troppo, aspettare si fa sempre più rischioso e nell’entourage del presidente del Consiglio ammettono che «la situazione epidemiologica cambia in fretta». Nessuno se la sente di escludere che presto, prestissimo il governo si veda costretto a mettere nero su bianco le regole di una nuova stretta.

 

LE SCUOLE

Conte ha riunito i capi delegazione e ora deve scegliere se chiudere o no tutte le scuole. Speranza ha mostrato uno studio di Lancet sul rischio di contagio tra i banchi e il dem Franceschini ha stupito la delegazione 5 Stelle quando ha detto che «la scuola non è mica un altro pianeta» rispetto agli altri settori. La ministra Azzolina si è trovata quasi sola a difendere la tesi che la scuola deve restare aperta, su modello di Francia e Germania. «Si chiude solo su dati scientifici certi», hanno detto le ministre di Italia viva.

 

GLI SPOSTAMENTI

A livello regionale si valutano anche la chiusura anticipata dei negozi e il divieto di apertura dei centri commerciali almeno nel fine settimana. Si potrebbe anche decidere di anticipare il coprifuoco che in alcune Regioni scatta alle 23 e in altre alle 24, imponendo ai cittadini di stare in casa dalle 20 e uscire solo per «comprovate esigenze» e con l’autocertificazione. Il divieto di oltrepassare i confini potrebbe scattare per quelle Regioni che sono oltre la soglia di Rt a 1,5. Anche in questo caso il governo vorrebbe che fossero i governatori a firmare le ordinanze, condividendole con il ministro Speranza.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.