Sbloccato il Recovery Fund: ora tocca ai progetti

E bisogna fare presto, per realizzarli grazie ai 209 miliardi di euro che l’Europa ha in serbo per noi italiani

Il Recovery Fund, o per meglio dire Next Generation Ue, è stato sbloccato, superando il veto di Ungheria e Polonia che si opponevano agli interventi previsti dal piano, legato al rispetto dei diritti umani abbastanza carenti in quei paesi. In realtà, non è che queste due nazioni negano le loro posizioni: hanno un anno e mezzo di tempo per ridisegnare le rispettive politiche, prima che entri in vigore la norma vincolante dell’esborso dei fondi UE al rispetto dello stato di diritto, appunto. L’Europa non rinuncia ai propri valori, hanno detto i diversi premier presenti al vertice di Bruxelles, ma l’ungherese Orbàn e il polacco Moraviecki cercheranno scappatoie non solo per la questione diritti ma anche per quella climatica, visto che le loro energie dipendono ancora fortemente dal carbone che l’Unione Europea vuole debellare.

Il via libera del piano di ripartenza europea, significa ora che l’Italia deve accelerare per mettere a punto i suoi progetti il cui valore è 209 miliardi di euro, con priorità verso la digitalizzazione e la transizione verde: Bruxelles li attende già a metà gennaio (i primi della classe, Francia e Germania, già li hanno presentati). Parallelamente al Recovery Plan, il Consiglio Europeo di ieri ha stabilito il bilancio a lungo termine per l’Unione, per il periodo 2021-2027, pari a 1074,3 miliardi di euro

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