Firmato a Bruxelles il regolamento per attuare il Recovery Plan e trasformare i paesi in nazioni moderne, innovative, verdi. Ora la partita si sposta proprio sui 27 membri dell’Unione Europea che, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 19 febbraio, potranno presentare i loro progetti di investimenti e riforme alla Commissione Europea. La scadenza è il 30 aprile. Ma prima, affinché il Recovery Plan parta davvero, è necessaria la ratifica veloce, entro marzo, da parte dei 27, di un piano di risorse proprie per dare garanzia al bilancio europeo. Solo rispettando queste tempistiche, ci sarà la possibilità che i primi fondi del Recovery Plan siano disponibili già a giugno, un impegno da 750 miliardi di euro. Quindi, se il governo incaricato Draghi sarà confermato, dovrà darsi da fare per consegnare le proposte strategiche a Bruxelles. Bruxellex che, intanto, solo ieri, nelle previsioni economiche d’inverno, aveva migliorato le stime del Pil dell’Italia per il 2021, +3,4%, che diventerà 3,5% il prossimo, ma con una ripresa lenta.
Pil dell’Italia + 3,4% anche grazie al Recovery Plan
La Commissione Europea stima inoltre che il Pil di tutta l’area euro crescerà del 3,8%, sia in questo sia nel prossimo anno. Da ricordare che, nel 2020, le previsioni sono state un calo del 6,8% (contro il 7,8% previsto in autunno), con l’Italia a -8.8% Spagna (-11%) e Grecia (-10%), ma preceduta di poco dalla Francia (8,3%), con la Germania a -5%.
Una visione meno drammatica del previsto
Gli ultimi numeri danno quindi una visione meno grave di quanto previsto in passato. Lo stesso commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha confermato che la recessione nel 2020 “non è stata profonda come ci aspettavamo”. Grazie alla svolta dei vaccini e alle ‘famose’ riforme che saranno possibili con gli altrettanto famosi e ‘mirati’ progetti che gli Stati, in primis il nostro, metteranno in campo, pure con le risorse del Recovery Plan, si attende un miglioramento dell’economia di tutta l’Unione, che dovrebbe farsi vedere a partire dal terzo trimestre del 2021 e ritornare ai livelli pre-crisi già nel 2022. Continua insomma una fase di incertezza diffusa ma, dice ancora il commissario Gentiloni, “si vede la luce”.