È poco più di un governicchio.Draghi imbrigliato.

‘Molto rumore per nulla’. ‘La montagna ha partorito il topolino’. ‘Un premier a sovranità limitata’ …

Governo con due partiti, politici e tecnici I titoli potrebbero moltiplicarsi. Bisognerà vedere se i gazzettieri avranno il coraggio di utilizzarli. Il governo che doveva nascere col binomio tecnico più politico si presenta invece come un esecutivo delle correnti dei partiti politici. O almeno le correnti prevalenti. I personaggi di particolare spicco nella nomenclatura del proprio organigramma, non per le cose finora realizzate. Fanno impressione, infatti, i ministri di Forza Italia, Mara Carfagna, ministra del Sud… Fa impressione che i boss del Pd restino degli intoccabili: Ma che ha fatto Dario Franceschini al ministero dei beni culturali per non essere rimosso come tanti suoi colleghi? La conferma di Di Maio agli Esteri è qualcosa di avvilente per chi ha memoria della caratura personale dei precedenti titolari di questo dicastero. La promozione di Giorgetti in un ruolo di assoluta preminenza nella programmazione economica, là dove il suo partito è appena uscito dall’anti-europeismo, dall’anti Euro, dal rifiuto di ogni mediazione in altre sedi istituzionali che superino gli enti locali. Confermata la Cartabia a ministero della Giustizia con la speranza un magistrato riesca a governare la tempesta che è in corso sul disvelamento dello strapotere della magistratura e di come riusciva a regolare la politica. Anche i comunistelli di LeU sono soddisfatti con la conferma di Speranza. Anche lì, come Franceschini: che ha fatto Speranza per meritare il rinnovo del suo dicastero? Proprio sulla Sanità non sarebbe stato meglio un vero tecnico?
Mario Draghi cercherà di stare a distanza da tutto e da tutti. Solo in questo modo potrà durare la sua sacralità e potrà contare sull’elezione a presidente della repubblica salutando tutti tra un anno.
Il biglietto da visita col quale si è presentato a Mattarella consiste nei novanta punti di spread tra Btp e Bund tedeschi. Ma anche il rendimento del decennale italiano che dopo aver toccato il nuovo minimo storico allo 0,426% si attesta allo 0,47%. Il risultato di oggi è già storico.
Chiaro anche che non potrà vivere sull’ alloro e siamo sicuri non lo farà, sia per lo spessore del personaggio sia per la quantità e qualità dei problemi da risolvere. Ma anche qui. Il suo governo si declina con quello che saprà dimostrare nella gestione di 209 miliardi. Le parole dei rappresentati dei partiti politici, oggi, sono in eterno debito coi loro elettori e sono tese ad assicurare la coerenza con le proprie radici ideologiche.
Ma sarà nel compito di affrontare e risolvere l’emergenza economica scoperta con la pandemia il banco di prova a cui saranno tutti chiamati. Draghi, insieme a tutti gli altri.

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