Deserto in città

Il deserto arriva in città: scompaiono i negozi

Secondo un’analisi di Confcommercio, nelle nostre città c’è un vero e proprio rischio deserto: dal 2012 sono scomparsi 77mila negozi e il Covid ha esasperato la situazione

Il deserto arriva nelle nostre città, e non è proprio una buona cosa: secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, dal 2012 c’è stata una moria di ben 77mila negozi, una situazione esasperata dalla pandemia. Con la triste consapevolezza che nei prossimi mesi andrà ancora peggio. I numeri negativi sono quelli che gli esperti di Confcommercio hanno evidenziato nel loro report  ‘Demografia d’impresa nelle città italiane’, 10 anni di crisi commerciale profonda, che gli addetti ai lavori identificano come desertificazione.

Oggetto dell’osservazione, condotta dal 2008 al giugno 2020, sono in particolare 120 città medio-grandi, cioè tutti i capoluoghi di provincia (ed ex capoluoghi) più 10 comuni di media dimensione (come Guidonia Montecelio). La disaggregazione riguarda 13 aree di attività economica: 9 del commercio fisso al dettaglio, cui si aggiungono il commercio ambulante, l’area dell’alloggio e quella della ristorazione, cioè bar e ristoranti. Per dare un quadro completo c’è anche la voce ‘altro commercio’ che riguarda sostanzialmente le società che vendono online e porta a porta, i distributori automatici e le vendite per corrispondenza. La relazione è incentrata, prevalentemente, nel confronto 2012-2020. E i dati, secondo la Confcommercio, non avranno miglioramenti in questo 2021, e parlano molto chiaro: oltre ad un calo maggiore nel commercio al dettaglio (17,1%), la previsione è che ci sarà pure la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione, pari al -24,9%. L’Ufficio Studi di Confcommercio stima una riduzione di oltre 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi, di cui circa 240mila esclusivamente a causa della pandemia, a cui si deve aggiungere anche la perdita di circa 200mila attività professionali. Complessivamente, nel 2020 sono andati persi 160 miliardi di euro di Pil, 120 miliardi di consumi e il 10% di ore lavorate.

Per rafforzare il ruolo del commercio di prossimità, sostiene la Confcommercio, e limitare l’effetto deserto, oltre ai ristori adeguati che devono arrivare subito, servono processi di rigenerazione urbana, agendo  congiuntamente con le amministrazioni pubbliche per condividere preliminarmente obiettivi e azioni di sviluppo urbano ed economico. Questo è il senso del continuare l’intesa con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), sottoscritta nel 2015 ma oggi ancora più determinare per individuare progetti innovativi in grado di affrontare in maniera integrata le sfide emerse con la pandemia.

Significativi i numeri studiati per Guidonia Montecelio: secondo lo studio di Confcommercio, nel centro storico c’erano 133 negozi al dettaglio nel 2012, 73 nel 2020.

 

 

 

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