La variante Delta galoppa e fa paura

Domina in Gran Bretagna ma l'Italia segue a ruota

Monitoraggi inesistenti nel nostro Paese

La corsa della variante Delta è cominciata anche nel nostro Paese. Dall’1 per cento rilevato il 18 maggio dall’Istituto superiore di sanità, a metà giugno il ceppo aveva già raggiunto il 3,4 dei sequenziamenti nazionali, per salire al 9 per cento pochi giorni dopo. Con il 26% dei casi, l’Italia è al quinto posto nel mondo fra le nazioni in cui è maggiore la sua circolazione.

La mutazione è dominante in Gran Bretagna e Portogallo, dove la concentrazione è rispettivamente del 98% e il 96%. Seguono gli Stati Uniti con il 31%, quindi Italia, il Belgio (16%), la Germania (15%) e la Francia (6,9%).

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Ottenere il maggior numero di sequenze genetiche del virus diventa quindi fondamentale per riuscire a seguire la diffusione della variante Delta che, secondo alcuni esperti, è probabilmente destinata a soppiantare ovunque la mutazione Alfa per la maggiore facilità con cui si trasmette.

Al momento in Italia non esiste un monitoraggio della circolazione della variante Delta, contrariamente a quanto avviene in Gran Bretagna, dove è attivo un programma nazionale per il sequenziamento. La procedura attuale consiste nel fare il tampone con test non aggiornati sull’attuale quadro epidemiologico italiano, basato sulla presenza della variante Alfa nel 95% dei tamponi positivi.

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