Una sforbiciata a tasse assolutamente inutili

Micro imposte da sfoltire

Grave ingiustizia

La parola d’ordine è “sfoltire” e questo è già un inizio che fa ben sperare. Perché la sforbiciata dovrebbe riguardare le oltre 100 tasse che gravano sulle nostre tasche.

L’elenco fa già venire l’orticaria: superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni di utenze delle acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui passeggeri degli aerotaxi, l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aerei.

Insomma si tratta di tutti quei prelievi che pesano su di noi e che, in realtà, rappresentano soltanto lo 0,01 per cento del gettito totale erariale.

Le imposte italiane sono più di 100 ma sono soltanto una decina quelle da cui lo Stato ricava effettivamente il 90 % delle entrate.

E allora “zac” alle 19 micro imposte da abolire senza nessuna esitazione e delle quali neanche conosciamo l’esistenza: i diritti dell’Ente nazionale Risi, ad esempio, la tassa sulla raccolta dei funghi, l’imposta regionale sulla benzina.

Il colpo di forbici sarebbe inoltre utile a mettere ordine in una  legislazione che, in materia di imprese, è cambiata 32 volte negli ultimi 30 anni e a porre fine ad una stortura e soprattutto ad una grave ingiustizia: da noi per pagare le tasse occorrono 238 ore all’anno, 79 in più rispetto alla media Ocse.

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