IL Partito comunista cinese compie cento anni

Ma è una bestemmia chiamare Xi Ping il nuovo Mao

Mai sezione di storia contemporanea è stata più volte riletta e modificata. Da mito della gioventù rivoluzionaria, da riferimento per la sinistra dei partiti comunisti nazionali europei, a modello di crescita neo-liberista per chi vuole dimostrare che la crescita da uno stato feudale all’industrialismo da terzo millennio sia possibile attuarla in mezzo secolo.

Il Grande Timoniere morì nel 1976. La Rivoluzione culturale che imponeva un forcing in termini di autocrazia dello spirito di collettivismo era già tramontata. Ma le basi per la grande industrializzazione erano già state poste nel 1973 per gli accordi presi proprio con gli Stati Uniti di Nixon.

Ad entrambi l’accordo con il nemico di classe appariva una soluzione preferita alla competizione nei confronti del modello socialista di un solo stato. Stra-vinta quella scommessa, oggi il partito comunista cinese si trova a riflettere su quanto è rimasto in loro delle denominazioni di origine dalle quali partirono.

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Ma, si sa, i cinesi non sono dediti a dimensioni contemplative da autocoscienza. Si tratta, direbbe il Grande Timoniere della Rivoluzione Culturale del ’66, di un indulgere in debolezze borghesi.

La contemplazione deve esser data solo per la natura e per le verità che in silenzio rivela. Ma anche sfruttando il tanto silenzio auto-prodotto, questo partito comunista deve cogliere il suo centenario per dire che cos’è al mondo.

Le domande: Si è trasformato nel Big Brother orwelliano che controlla tutto e tutti, temperando il turbocapitalismo con una dimensione suprema di autocrazia? E quanto durerà ancora? Come intende porsi nei confronti dell’Occidente i cui effetti del libero pensiero, che si sostanziano soprattutto con la libera espressione, sono una dimensione irrinunciabile? Come regoleranno i loro rapporti con Hong Kong? Quali sono i risultati della lotta di classe in un paese in cui le gerarchie economiche sono così schiaccianti?

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E non si tratta di quesiti da semina-dubbi, parto di una provenienza francofona.

Sono le risposte che la Cina dovrà prepararsi di dare al mondo. Perché – Marx ce lo ha insegnato – quando si vende un merce non si esporta solo un prodotto bensì un modello di produzione. Tradotto oggi significa quella gradualità che diffonde un modo di fare economia, mercato e costruire la società. Quindi, di esistere e di concepire la coesistenza. Il mondo dovrà coesistere con il partito comunista cinese. Il partito comunista cinese saprà coesistere col mondo?

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