Il manto arcobaleno sul feretro di Raffaella

La nuova trovata di Wladimir Luxuria fa discutere sui Social ed ha il torto di sollevarsi dal ricordo della Carrà per insistere su una rappresentante della post-verità

Vladimir Luxuria a suo modo è un personaggio vero. Solo che rappresenta la sua verità. Non quella condivisa. E anche in un momento in cui ci si dovrebbe stringere nel ricordo, ed per alcuni nel dolore, per la perdita di Raffaella Carrà lei fa parlare di sé con un’iniziativa discutibile. Lasciato sul feretro una bandiera arcobaleno in nome di tutta la comunità Lgbt.

Non c’è nulla di strano o di anomalo nel fatto che questo mondo la voglia ricordare per l’icona di allegria e leggerezza impressa in tante feste e ritrovi di gay-pride.

La differenza sta nel fatto che nel funerale chi partecipa per omaggiare la salma dovrebbe avere il buon gusto di fare un passo indietro per concentrarsi solo su chi non c’è più. E invece oggi tutti noi stiamo a parlare di Wladimir Luxuria.

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Noi l’abbiamo conosciuta in due occasioni. Quando nel 1995 venne a Tivoli presenziare una manifestazione gay in solidarietà a un trans-geder che si era visto servire la birra in un bicchiere di carta perché diverso – la paura per l’Aids in quegli anni faceva uscire di senno. L’altra volta in una passeggiata a Guidonia per presentare la sua candidatura in Rifondazione Comunista. E furono fischi e disgustosi sberleffi. Anche lì, in entrambe i casi, la ragione che giustificava la sua presenza spariva. C’era lei e solo di lei si doveva parlare.

Sempre Wladimir Luxuria una volta salita sul treno di Rifondazione, avendo avuto un riconoscimento quasi istituzionale, si mosse da Wladimir Luxuria infischiandosene del partito che le consentiva immunità e un discreto stipendio.

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Questo è Luxuria. E infatti tra i commenti si legge: “C’è sempre qualcuno che deve approfittare per farsi notare anche in queste circostanze. Non ho parole! Raffaella non si è mai schierata in nessun campo, amava la vita e ha sempre rispettato tutti”. Raffaella! Non Wladimir Luxuria. Ed in un’età di post-verità, non serve poi tanto capire quanto la Raffaella nazionale fosse compiaciuta dal credito riscontrato nel mondo gay. (Sicuramente ne era divertita ed andava avanti, come i suoi show). L’importante è che si parli di lei. Wladimir Luxuria! Che avevate capito?

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