Ricchi ma poveri

L'Agenzia delle Entrate ha tentato di recuperare il denaro ma con pochi risultati

Nullatenenti

Non dichiarano nulla al fisco ma possiedono prime, seconde e spesso terze case di proprietà, auto di grossa cilindrata e conti correnti ben protetti.

Lo Stato possiede poche armi per stanarli: la privacy, infatti, non consente controlli accurati. Il loro debito nei confronti dell’erario ammonta a 264 miliardi, accumulati in un ventennio, tra il 2000 e il 2020.

L’Agenzia delle Entrate ha tentato di recuperare il denaro ma con pochi risultati. Adesso però arriva una proposta di riforma che sa di beffa, di fatto  una sanatoria che cancellerebbe le cartelle fiscali dei crediti inesigibili, proprio quelle intestate ai “nullatenenti”. C’è poi la possibilità che, se entro cinque anni l’Agenzia non recupera le somme dovute, il debito potrebbe essere addirittura cancellato.

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Gli altri contribuenti, i “fessi” stipendiati e pensionati , alla fine continuano a pagare per tutti.

 

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