La rivolta di Morlupo

Nel XVIII, il territorio di Morlupo è costretto ad affrontare una preoccupante carenza di grano che sfocia in ribellione.

Mentre a Parigini si pongono le basi per porre fine alla “Guerra dei sette anni” (combattuta dal Regno di Gran Bretagna, Regno di Prussia contro Regno di Francia, Monarchia asburgica, Sacro Romano Impero dal 1756) il territorio di Morlupo è costretto ad affrontare una preoccupante carenza di grano. L’ovvia conseguenza è un vertiginoso rialzo dei prezzi e con i salari rimasti immutati, l’effetto inevitabile è il doppio squilibrio economico e sociale. La Comunità dinanzi tale difficoltà chiede un prestito di 1500 scudi per procurarsi del grano da distribuire ai poveri, ma la mancanza di venditori non permette al piano di concretizzarsi. Sfortunatamente, alle crescenti difficoltà economiche e sociali si aggiunge un’epidemia di malaria, che colpisce una grossa fetta della popolazione. Quindi, nel 1793 il popolo si rende protagonista di una rivolta contro il Governo pontificio, che reprime prontamente gli abitanti di Morlupo con una violenta azione perpetrata dalla Forza pubblica, inviata dalla segreteria di Stato.
FGI

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