TIVOLI – Acque Albule, il Comune riacquista i terreni da Terranova

Firmato l’accordo transattivo: l’Ente paga 562 mila euro per le cubature non realizzate a piazza Catullo

Sulla carta avrebbe potuto costruire molti più appartamenti, ma la circostanza emerse soltanto dopo l’approvazione del progetto. Così ora il Comune di Tivoli si ritrova a definire e regolarizzare una volta per tutte la vicenda del Piano di Lottizzazione di piazza Catullo, a Tivoli Terme, realizzato dalla “Acque Albule Spa”.

Mercoledì 20 luglio con la delibera numero 167 – CLICCA E LEGGI LA DELIBERA ORIGINALE – la giunta del sindaco Giuseppe Proietti ha approvato l’accordo transattivo tra il Comune di Tivoli e la Acque Albule, la Società per azioni che gestisce le Terme di Roma, per il 60% proprietà dell’Ente e per il 40% di Fincres Spa di Bartolomeo Terranova.

L’atto di retrocessione immobiliare stipulato giovedì 21 luglio davanti al notaio Luigi Pocaterra e firmato dall’oramai ex Presidente del Cda di “Acque Albule” Fabio Frattini e dal dirigente al Patrimonio del Comune di Tivoli Riccardo Rapalli prevede che l’amministrazione comunale corrisponda in un’unica soluzione entro il 31 dicembre 2022 la somma di 562.410 euro a titolo di mancata realizzazione dell’intera volumetria che in realtà era possibile realizzare a piazza Catullo.

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Da parte sua la partecipata restituirà al Comune sei appezzamenti di terra per complessivi 1.589 metri quadrati ceduti nel 2006 dal Comune stesso alla “Acque Albule Spa”.

La transazione è la soluzione trovata dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, l’avvocato Fabio Frattini, per dirimere una controversia nata sedici anni fa in occasione di un aumento di capitale della società che gestisce le Terme di Roma con la cessione di 10.809 metri quadrati da parte del Comune.

A dicembre 2008 sull’area di piazza Catullo a Tivoli Terme fu approvato il Piano di Lottizzazione “Acque Albule”, in base al quale la partecipata fu autorizzata a urbanizzare 8.722 metri quadrati per una cubatura di 13.606 metri cubi, oltre a 1.015 metri quadri destinati a Viabilità pubblica, per un totale di 9.747.

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Ma a gennaio 2009 l’amministratore delegato Bartolomeo Terranova eccepì al Comune che secondo il perito del Tribunale di Tivoli, Marina Scandurra, la cubatura realizzabile a piazza Catullo era di 16.862 metri cubi, per cui alla “Acque Albule” restava una cubatura residua non realizzata, pari a 3.256 metri cubi.

Come uscirne?

A novembre 2021 il presidente del CDA di Acque Albule Fabio Frattini e i dirigenti comunali Riccardo Rapalli e Vincenzo Maia avevano prospettato due soluzioni.

La prima riguardava la delocalizzazione della cubatura, risultata non percorribile.

La seconda era proprio la permuta di cubatura tra il Comune e la Acque Albule Spa, con contestuale cessione di alcune aree, compreso un tratto di strada esistente di proprietà della partecipata, privo di cubatura in quanto destinato dal Prg a viabilità comunale.

Le spese notarili e di registrazione dell’accordo ammontano a 4.908 euro e 75 centesimi.

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