TIVOLI – “Paga 30 mila euro, oppure i pusher ti ammazzano”: condannato

Pena di 5 anni e 9 mesi per un 24enne tiburtino per aver ceduto cocaina ed estorto soldi ad un amico

Più che amici, erano “compagni di merende”. Nel senso che uno acquistava droga dall’altro e spesso andavano a “fare spesa” insieme. Almeno finché non furono beccati in compagnia con lo stupefacente in tasca e a quel punto uno dei due iniziò a parlare facendo il nome di uno spacciatore o presunto tale.

Uno “sgarro” costato caro, qualcosa come 30 mila euro per saldare il torto d’aver “spifferato” le attività illecite.

E’ lo scenario di un caso giudiziario trattato dal Tribunale Penale di Tivoli e concluso giovedì scorso 15 dicembre con la condanna di R. P. A., 24enne italiano incensurato di Arsoli, a una pena di 5 anni e 9 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione ai danni di un coetaneo.

L’imputato, un giovane operaio, era accusato di aver venduto droga dal 2016 al 2018 ad un coetaneo e di averlo costretto, tra aprile e novembre 2020, a sborsare 30 mila euro: reati gravi per i quali la Procura di Tivoli aveva richiesto una condanna a nove anni di carcere.

La vicenda era iniziata nella primavera del 2020, quando R. P. A. e l’amico si recarono a Tivoli per acquistare della cocaina. Durante il viaggio di ritorno verso Arsoli i due ragazzi furono fermati da una pattuglia di carabinieri di Anticoli Corrado e trovati in possesso rispettivamente di 13 grammi di polvere bianca R. P. A. e di tre grammi il coetaneo.

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Per il 24enne scattò l’arresto, mentre l’amico se la cavò con una segnalazione dopo aver fatto il nome di un noto pregiudicato italiano di Vicovaro, estraneo alla cessione di cocaina sequestrata nell’occasione.

A quel punto per la vittima iniziarono i guai.

Infatti il 24enne insieme ad una 30enne italiana di Arsoli, legata al pregiudicato di Vicovaro, si presentarono a casa del ragazzo prospettandogli ulteriori grane.

“Gli spacciatori di Tivoli dove abbiamo acquistato la droga ce l’hanno con te perché hai parlato coi carabinieri”, sarebbe stata la minaccia sufficiente a far sborsare i primi 500 euro per riparare il torto.

Secondo la ricostruzione della Procura, nei mesi successivi il 24enne e la donna avrebbero incassato altre somme fino ad un totale di 30 mila euro. A dirla tutta, l’imputato ha dimostrato al Tribunale che mentre la donna si faceva consegnare le somme successive lui per mesi era stato fuori regione per lavoro.

Andò avanti così fino ad ottobre 2020, quando il giovane vessato a seguito dell’ennesima richiesta estorsiva da parte della 30enne denunciò tutto ai carabinieri di Arsoli che organizzarono una trappola per beccarla in flagranza di reato.

Stando anche a quanto riferito dalla vittima, la 30enne si era ripresentata presso l’abitazione del giovane accompagnata dal noto pregiudicato di Vicovaro, di cui il ragazzo aveva fatto il nome ai militari, e da una sedicente pusher di Tor Bella Monaca. Con fare tutt’altro che gentile avevano fatto di nuovo pressioni sul giovane per pagare e saldare il torto.

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Fotocopiate le banconote, la vittima si recò presso l’abitazione della donna con una busta contenente 500 euro che lasciò all’interno della cassetta postale, come indicato. Ma al momento in cui la 30enne andò a ritirare il pacco col denaro i militari la arrestarono per estorsione e in manette finì anche il 24enne di Arsoli.

La donna ha patteggiato il reato in un separato processo, mentre l’operaio ha deciso di difendersi nel processo ordinario.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli che ha chiesto per l’imputato una condanna a nove anni di carcere. A incastrarlo sono state le dichiarazioni rese dalla stessa 30enne italiana a detta della quale le somme consegnate non sarebbero state superiori a 5 mila euro.

La donna ha riferito inoltre che ogni volta che si faceva consegnare il denaro dalla vittima lasciava la parte spettante all’operaio sotto il bidone dei rifiuti davanti la sua casa oppure in un’aiuola di rose ubicata nei pressi dell’abitazione del 24enne.

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