La Russia ha “sospeso” la sua partecipazione all’accordo Start, intesa bilaterale con gli Stati Uniti per la limitazione degli arsenali nucleari, acronimo di Strategic Arms Reduction Treaty. Così il presidente della Russia Vladimir Putin in riferimento alla strumentazione missilistica fornita a Kiev, nel corso del suo discorso annuale alle camere riunite dell’Assemblea federale. Lo riferisce l’agenzia Dire.it.
Il capo dello Stato ha affermato: “La Russia non si ritira dal Trattato, ma ne sospende la partecipazione. Prima di tornare in questo contesto, dobbiamo capire da soli cosa rivendicano ancora Paesi come Francia e Gran Bretagna e come terremo conto della loro strategia sugli arsenali, cioè il potenziale di attacco combinato della Nato”.
Putin, stando a quanto riferisce l’agenzia filogovernativa Ria Novosti, ha inoltre affermato di avere informazioni che indicherebbero che “alcune figure di Washington” starebbero pensando a condurre dei test su armi nucleari. A questo proposito il leader del Cremlino ha commentato: “In questa situazione, il ministero della Difesa russo e Rosatom – l’agenzia statale sull’energia nucleare, ndr – devono garantire la disponibilità a testare le armi nucleari russe. Naturalmente, non saremo i primi a farlo, ma se gli Stati Uniti effettuano un test, allora lo faremo”.
Putin: “Più missili forniti a Kiev, più forte sarà la nostra reazione”
“Più sistemi a lungo raggio riceverà l’Ucraina, più saremo costretti a spingere lontano dai nostri confini la minaccia“, ha aggiunto il presidente della Russia. Nel corso del suo intervento, pronunciato a tre giorni dal primo anniversario del lancio di un’offensiva militare in Ucraina, e a 24 ore della visita a sorpresa di Biden a Kiev, Putin ha affermato che per Kiev “è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia”. Il capo dello Stato ha aggiunto: “Non siamo in guerra con il popolo ucraino, loro stessi sono diventati ostaggi del regime di Kiev”.
“L’Occidente intende trasferire un conflitto locale in una fase di confronto globale“, ha aggiunto Putin. Il capo dello Stato, si apprende dall’agenzia filo governativa Ria Novosti, ha affermato ancora in riferimento alla comunità internazionale occidentale: “Il progetto ‘anti-russo” fa parte della politica revanscista dell’Occidente. C’è solo un’idea: accendere una guerra in Europa tramite le mani di qualcun altro“.
Obiettivo vero delle grandi potenze occidentali, secondo Putin, sarebbe “instillare nel mondo valori neoliberisti, essenzialmente totalitari”. Il presidente ha sostenuto inoltre che “a seguito delle campagne militari statunitensi, circa un milione di persone sono morte e più di 30 milioni sono diventate profughe”. Fatti, questi, che “nessuno al mondo dimenticherà”, ha aggiunto Putin.
A un anno dallo scoppio della guerra
Parlando ancora delle politiche della comunità internazionale, Putin ha affermato che le sanzioni economiche imposte negli ultimi mesi, fra gli altri, da Stati Uniti e Unione Europea, “sono solo un mezzo, mentre l’obiettivo è far soffrire i nostri cittadini”. Il discorso del presidente si svolge a tre giorni dal primo anniversario della scoppio della guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022 con il lancio di un’offensiva militare da parte della Russia.