Ha raccontato di aver subìto per mesi, fino a quando lui l’ha aggredita scaraventandola sul pavimento. Soltanto allora lei aveva trovato la forza di denunciare il suo datore di lavoro.
Per questo ieri, lunedì 13 novembre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado un commerciante italiano di 64 anni per tentata violenza sessuale nei confronti di una sua dipendente a dieci mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Giovanni Petroni – hanno condiviso la tesi del legale di parte civile, l’avvocato Amedeo De Santis di Tivoli, inchiodando il titolare del bar e condannandolo alle pene accessorie dell’interdizione per un anno dai pubblici uffici e all’interdizione legale dalla tutela, curatela e amministrazione di sostegno per lo stesso periodo di 12 mesi.
La Procura della Repubblica di Tivoli aveva invece richiesto l’assoluzione dell’imputato dall’accusa di tentata violenza sessuale.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, i fatti risalivano ad un periodo di tempo compreso tra novembre 2014 e febbraio del 2015.
La vicenda emerse dopo il 12 febbraio di 8 anni fa, giorno in cui la banchista, anche lei italiana oggi 30enne, si presentò al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli con una contusione al braccio e alla spalla destri giudicati guaribili in 5 giorni.
A quel punto la giovane imboccò la porta della caserma dei carabinieri e denunciò il 64enne tiburtino proprietario di un bar del Centro di Tivoli per violenza sessuale, lesioni e ingiurie.
Secondo il racconto della ragazza – costituitasi parte civile nel processo terminato ieri – il datore di lavoro l’avrebbe costretta a subire un atto sessuale.
In particolare, il 27 novembre 2014 l’uomo l’avrebbe avvicinata per baciarla sulla guancia, ma le labbra di lui si sarebbero posate sulle labbra di lei che si era voltata nel tentativo di evitare l’approccio sgradito.
Stando sempre alla versione della donna, durante i tre mesi di lavoro il titolare ne avrebbe offeso l’onore o il decoro davanti a colleghi e clienti con espressioni svilenti anche di carattere sessuale.
Il Tribunale di Tivoli ha tuttavia dichiarato prescritto il reato di lesioni per l’aggressione del 12 febbraio 2015 e ha assolto il 64enne dall’accusa di ingiurie, reato abrogato nel 2016 perché considerato minore, punibile solamente con una sanzione pecuniaria e con il pagamento di un risarcimento danni alla vittima.
Pertanto i giudici hanno riconosciuto il diritto per la 30enne ad un risarcimento danni in separato giudizio civile, condannando l’imputato al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 3 mila euro.
Il titolare del bar dovrà inoltre risarcire alla banchista le spese di costituzione di parte civile pari a 1.359 euro.
Il Tribunale ha concesso al commerciante il beneficio della pena sospesa.
Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.