TIVOLI – Litiga con l’amico e gli spara in testa, condannato a 15 anni

Dopo averlo centrato in fronte, ha infierito sul corpo con una pala e un bastone

Quando arrivarono i carabinieri, raccontò una storia inverosimile che ha continuato a sostenere anche durante il processo. A suo dire, sarebbe stato vittima di un agguato e nel tentativo di difendersi ad avere la peggio fu uno dei tre aggressori.

Ma non andò così.

In realtà, prima lo colpì con una pala, quindi gli sparò in fronte e infine si accanì sul corpo.

Per questo ieri, lunedì 22 aprile, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a 15 anni di reclusione Marinel Cheseg, 54enne operaio romeno residente a Rignano Flaminio, per tentato omicidio aggravato ai danni del connazionale 34enne Claudiu Alexandru G. (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Giovanni Petroni – ha riconosciuto l’imputato colpevole anche di detenzione illegale di arma clandestina, condannandolo alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’interdizione legale per la durata della pena e, una volta espiata la condanna, a tre anni di libertà vigilata e all’allontanamento dallo Stato italiano.

I giudici hanno condiviso la ricostruzione della Procura di Tivoli che aveva richiesto una condanna a 14 anni di reclusione contestando l’aggravante della crudeltà.

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D’altronde, quello di Claudio Alexandru Gravilut fu un tentato omicidio efferato avvenuto all’alba del 15 dicembre 2022 nel casolare di campagna di proprietà di Marinel Cheseg, muratore irregolare chiamato “Marcello”, già noto alle forze dell’ordine per porto abusivo d’arma, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Rignano e della Compagnia di Bracciano, a lanciare l’allarme verso le 2 del mattino fu un italiano residente che rincasava sulla stessa via dove abitava Marinel Cheseg.

L’uomo segnalò al 112 che il 54enne romeno stava colpendo con un bastone i finestrini di un’Audi A4 danneggiandone anche la carrozzeria. All’arrivo dei carabinieri, Marinel Cheseg era in stato di agitazione ancora intento a distruggere l’auto dell’uomo al quale aveva appena sparato.

In preda all’ira, il manovale romeno tentò di prendere a bastonate anche i militari che invece riuscirono a disarmarlo e bloccarlo. All’interno del casolare gli investigatori ritrovarono il corpo agonizzante di Claudiu Alexandru Gravilut, il volto ridotto una maschera di sangue a causa di un foro di proiettile sulla fronte e i colpi inferti con una pala e un bastone.

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Durante l’ispezione del casolare i carabinieri ritrovarono una pistola a tamburo calibro 7,65 e proprio in quel momento Gravilut riuscì a divincolarsi e a colpire ancora il rivale con un manico di scopa.

Sul posto intervenne un’ambulanza del 118 che trasferì il 34enne romeno in prognosi riservata al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma dove fu miracolosamente salvato.

Fin da subito Marinel Cheseg raccontò una versione poco credibile, secondo la quale quella notte stava facendo la brace quando nel suo terreno sopraggiunse un’Audi A4 approfittando del fatto che il cancello era aperto.

Dall’auto sarebbero scesi tre uomini, chiamando per tre volte “Marcello”, intenzionati a fargli del male.

Stando sempre alla versione dell’imputato, Cheseg avrebbe reagito, due uomini sarebbero fuggiti e lui avrebbe ingaggiato con Gravilut armato di una pistola una colluttazione al culmine della quale il 34enne avrebbe premuto il grilletto sparandosi in fronte.

Una ricostruzione smontata durante il processo di primo grado ed è emerso che i due connazionali si conoscevano e avevano trascorso la serata insieme.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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