L’Inchinata di Tivoli quest’anno compie 500 anni. A rivelare l’illustre conteggio Gianni Andrei. L’Inchinata è un’antichissima tradizione, da sempre molto cara ai tiburtini. La testimonianza più antica di tale rito risale al 1524 (quindi quest’anno compie 500 anni), anche se da numerose fonti si evince che essa ha origini ben più remote.
Ha luogo la sera del 14 agosto di ogni anno, con grande concorso di popolo. Qui si concentra e si radica l’orgogliosa devozione dei tiburtini al Salvatore, Duca di Tivoli, che dalla Basilica Cattedrale di San Lorenzo va in piazza Trento, dinanzi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, ad incontrare Sua Madre, la Beata Vergine delle Grazie, assunta in Cielo.
E i tiburtini trepidanti allora affidano alla Madre “premurosa e misericordiosa” le loro istanze e speranze di grazie, che implorerà il Figlio per tutta la notte, quando rimarranno soli, posti l’Uno di fronte all’Altra, nella chiesa francescana.
“Ogni volta non può non suscitare forte e inarginabile commozione nei nostri cuori, come fu per i nostri padri”, scrive Andrei.
I fuochi di artificio
Dopo la processione e il commovente Inchino tra le due icone alle 23.30 spettacolo di fuochi di artificio all’Anfiteatro di Bleso.
L’Inchinata si rinnova anche la mattina del 15, dopo la Messa nella solennità di Maria Santissima Assunta. L’inchino tra le due icone, tra Mamma e Figlio, avviene dopo che per la notte intera sono state lasciate una di fronte all’altra in chiesa.