TIVOLI – Silvio Alari, i figli: “Sei stato il miglior padre che la vita potesse donarci”

Genitori, parenti e amici raccontano il 46enne barista di Ponte Lucano morto in incidente stradale

“E’ stato un grande e resterà sempre un grande. Ora è insieme al fratello che lo amava tanto: erano una cosa sola”.

Carmela e Americo sono i genitori di Silvio Alari, il 46enne di Tivoli deceduto nella notte tra martedì 11 e mercoledì 12 febbraio al policlinico “Agostino Gemelli” di Roma a causa delle gravi ferite riportate in uno scontro frontale in moto con un’autovettura sulla via Tiburtina, a Vicovaro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

 
 

Silvio Alari, il 46enne di Tivoli deceduto in seguito ad un incidente in moto sulla Tiburtina

Da giorni la coppia ha lasciato la casa al quartiere Arci e si è trasferita nell’appartamento di Silvio al civico 14 di via Maremmana inferiore, a Ponte Lucano, sopra al bar “Pit Stop” che il 46enne gestiva insieme alla mamma.

E’ lì che da mercoledì scorso parenti e amici si ritrovano per stringersi a questa famiglia sulla quale si è abbattuta la seconda identica tragedia nell’arco di 13 anni.

All’epoca fu il figlio 31enne Andrea a perdere la vita durante un’escursione in moto con gli amici al chilometro 40,700 della Tiburtina.

Oggi lo stesso destino per Silvio, deceduto dopo uno scontro al chilometro 48,300 della via Tiburtina durante un’escursione con un amico.

CRESCIUTO AL QUARTIERE EMPOLITANO, HA SEGUITO LE ORME DELLA MADRE COMMERCIANTE

L’amore per i loro figli dona una straordinaria dignità nel sopportare la tragedia a mamma Carmela e papà Americo.

Lei commerciante di 67 anni, lui 74enne meccanico in pensione: insieme confortano nipoti, parenti e amici nel ricordo di Silvio, un uomo che viveva dell’amore per i figli e della passione per i motori.

Nato il primo novembre 1978 a Tivoli, Silvio Alari era cresciuto al quartiere Empolitano insieme al papà Americo, alla mamma Carmela Cerini e al compianto fratello Andrea.

Scuole elementari e medie al Convitto nazionale “Amedeo di Savoia”, poi gli studi in Ragioneria presso l’Istituto tecnico “Enrico Fermi” di via Acquaregna.

All’età di vent’anni la famiglia si era trasferita agli Arci, dove papà Americo ha un’officina meccanica gestita insieme al secondogenito Andrea, scomparso il primo gennaio 2012 all’età di 31 anni.

Silvio aveva invece seguito le orme di mamma Carmela e il 5 agosto 2000 avevano inaugurato insieme il bar “Pit Stop” di via Maremmana, un nome deciso dallo stesso Silvio e dal fratello Andrea, entrambi appassionati di motori.

“Silvio era un ragazzo stupendo, solare, amicone di tutti, una persona positiva, leale, umile e senza invidia”, inizia a raccontare Carmela che negli ultimi 25 anni ha vissuto fianco a fianco al figlio maggiore dalle 5 della mattina alle 8 della sera.

Silvio Alari era da sempre appassionato di moto

L’AMORE SCONFINATO PER I FIGLI DANILO, LORENZO E NOEMI: “IL MIGLIOR PADRE CHE POTESSIMO AVERE”

“Per noi sei stato il miglior padre che la vita potesse donarci, ciao papà prima o poi ci rincontreremo”, è il messaggio condiviso dai tre figli di Silvio Alari: Danilo, 19 anni compiuti lo scorso 7 febbraio, Lorenzo di 17 e Noemi di 10.

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Dai loro racconti si delinea il ritratto di un uomo che ogni giorno riusciva a seguire i suoi ragazzi, stimolandoli nelle rispettive passioni e sostenendoli nelle loro relazioni amicali e amorose.

Per Danilo, ad esempio, 5 giorni prima della tragedia, Silvio aveva organizzato una straordinaria festa di compleanno al bar “Pit Stop” in occasione dei suoi 19 anni.

Il primogenito condivideva con Silvio la passione per le moto. La stessa del compianto zio Andrea, del quale il ragazzo – studente al quinto anno di Meccanica all’Istituto professionale “Orazio Olivieri” di Tivoli – sogna di seguire le orme, ereditando l’officina di nonno Americo.

“Da tre anni – racconta Danilo – papà per 4 volte a settimana mi accompagnava al cartodromo di Artena dove frequento la scuola di motociclismo con la “Levantini Academy ASD” di Lariano: papà a volte girava in pista, lui mi supportava, mi spronava, mi rassicurava, era sempre presente”.

Presente anche per accompagnarlo e riprenderlo dalla fidanzata Cecilia.

Col secondogenito Silvio Alari condivideva la passione per la pesistica.

“Da due anni frequentavamo la palestra a via Acquaregna – racconta il 17enne Lorenzo – Tre volte a settimana passava a prendermi con la macchina a casa agli Arci o all’uscita da scuola e andavamo ad allenarci insieme.

Papà riusciva a dedicare tempo a me e a mio fratello anche nello stesso giorno. Era la colonna portante della nostra famiglia.

Gli prometto che combatterò affinché i suoi desideri si avverino”.

Anche per Lorenzo, Silvio c’era sempre per accompagnarlo nelle uscite con la fidanzata Benedetta o con l’amica Cheryl.

Danilo e Lorenzo raccontano anche del rapporto speciale del padre con Noemi, l’ultimogenita e unica figlia femmina.

“Da piccola – rivelano i ragazzi – stava sempre appiccicata a papà, se tardava iniziava a piangere. Era lui ad accompagnarla alle lezioni di danza aerea, lui a inviare i messaggi di buongiorno e buonanotte a tutti e tre.

Un padre eccezionale”.

LE CUGINE SILVIA, SONIA, ELENA, VANESSA ED EMANUELA: “IRONICO E SORRIDENTE ANCHE QUANDO LE COSE ANDAVANO MALE”

Accanto ai genitori e ai figli di Silvio Alari, da mercoledì scorso nella casa di via Maremmana inferiore, a Ponte Lucano, ci sono anche le cugine del 46enne.

Silvia, la cugina paterna porta lo stesso nome che fu del nonno carabiniere.

“Siamo cresciuti insieme prima al quartiere Empolitano, poi nella palazzina di famiglia agli Arci – inizia a raccontare la donna – Silvio era molto simpatico e dotato di una straordinaria ironia, sempre sorridente anche quando le cose andavano male. Ho perso un fratello più che un cugino”.

“E’ entrato nella mia vita come un uragano – lo ricorda la cugina Emanuelae come un uragano se n’è andato. Tra di noi sarà per tutta la vita cuginanza”.

“Tutte le mattine andavo al bar a prendere un caffè ed era già pronto con il suo sorriso e la sua battuta pronta – è la testimonianza della cugina SoniaSilvio aveva un amore incondizionato per i figli , quando ne parlava era fiero di loro , li sosteneva in tutto, sempre presente… Un Padre… Un Figlio… Un Cugino … ineguagliabile …”.

“Se ne va più di un cugino – racconta la cugina Elenaun’infanzia bellissima passata sempre insieme, tanti ricordi delle nostre vacanze felici.. e comunque la nostra pochissima differenza di età ci ha portato a condividere tutto nella vita.

Una persona che andava d’accordo con tutti e che sdrammatizzava con la battuta qualunque tipo di situazione.

Lo immagino ora con le zie e con l’amatissimo fratello”.

La cugina Vanessa è la figlia di Carla Cerini, sorella di Carmela, scomparsa il 26 dicembre 2024, lo stesso giorno in cui 13 anni prima Andrea Alari restò coinvolto nell’incidente mortale sulla Tiburtina.

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“Siamo cresciuti insieme – racconta la cugina Vanessa – per me è un altro fratello che se ne va dopo Andrea. Silvio era il collante della famiglia, il nostro punto fermo, che portava sempre alta la bandiera e ci spronava ad andare avanti a testa alta.

“Nella vita devi tenere botta”, ci diceva.

Ci ha insegnato ad affrontare tutte le battaglie della vita sempre col sorriso, insieme e nel miglior modo possibile. Era bello come il sole, chi ha avuto l’opportunità di averlo vicino è stato molto fortunato.

Era impossibile non volergli bene.

Ora è in cielo insieme al resto della famiglia, ai nonni, al fratello Andrea, a mia madre Carla.

Si avanti per i suoi figli, Danilo, Lorenzo e Noemi, dobbiamo essere forti come lui ci ha insegnato”.

GLI AMICI MOTOCICLISTI SCORTERANNO IL FERETRO: “UNITI E DIVISI DALLA STESSA PASSIONE PER I MOTORI”

A dare forza a genitori, figli e parenti nella casa di Ponte Lucano c’è anche il gruppo di 20, 25 amici coi quali Silvio Alari condivideva la passione per le moto, legati da un vincolo di famiglia.

Da due decenni tutte le domeniche si ritrovavano alla “Mutua”, il piazzale antistante il distretto Sanitario di Tivoli, e da lì partivano per le escursioni fino ad Arsoli.

“Silvio era un amico fedele e sincero”, lo ricordano i biker che mercoledì prossimo in sella alle rispettive moto scorteranno il feretro da Roma a Tivoli in segno di omaggio nel suo ultimo viaggio (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

“Silvio era una persona buona – lo raccontano gli amici motociclisti – aveva la battuta sempre pronta. Un ragazzo alla mano con cui si faceva subito amicizia. Amava i suoi figli e sognava di fare un viaggio in Thailandia a marzo.

La passione che ci ha uniti è stata la stessa che ci ha divisi.

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