“Oggi la Giustizia ha girato la sguardo.
Dopo due anni di attesa, la persona accusata di aver ucciso mio fratello è stata ASSOLTA e SCARCERATA immediatamente.
E dentro di me restano soltanto rabbia, disgusto e un dolore che brucia senza tregua.
Ma questa ingiustizia ha delle responsabilità precise”.

Alessandro Castellaccio insieme alla sorella maggiore Adele Castellaccio
Inizia così lo sfogo di Adele Castellaccio, la sorella maggiore di Alessandro Castellaccio, , il 40enne aggredito in piazza Codro Benedetti, nel Centro storico di Tivoli, deceduto dopo sei giorni di agonia il 25 giugno 2023 al policlinico “Umberto I” di Roma (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Adele ha affidato la sua rabbia e delusione in un lungo post sul suo profilo Facebook, scritto di getto all’esito della sentenza di primo grado emessa stamane, martedì 30 settembre, dalla Corte di Assise di Roma che ha ha assolto dall’accusa di omicidio volontario il 52enne romeno Mircea Nasaf per non aver commesso il fatto, demolendo così l’impianto accusatorio della Procura di Tivoli (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
“La prima – si legge nel post di Adele circa le “responsabilità precise” che avrebbero determinato l’assoluzione – è quella di indagini superficiali, condotte come se la vita di mio fratello non avesse valore.
Quel giorno non sono stati fatti neppure i rilevamenti sul posto.
Non sono stati raccolti i nomi dei testimoni presenti.
Tutto è stato frettoloso, carente, come se la sua morte fosse un dettaglio scomodo da archiviare in fretta”.



Alessandro Castellaccio, il 40enne di Tivoli aggredito a calci in faccia in piazza Codro Benedetti
“E poi c’è la responsabilità di una piazza muta – prosegue Adele – Una piazza in una via dove tutti osservano tutto, dove la gente trascorre il tempo alle finestre, attenta a ogni minimo movimento della vita altrui.
Eppure quel giorno, guarda caso, nessuno ha visto nulla.
Nessuno ha parlato. Nessuno ha avuto il coraggio di dire la verità.
Io quella piazza la conosco.
In quella piazza ci sono cresciuta.
So come funzionano le cose, so quanta gente era dietro quelle finestre.
Per questo lo dico con chiarezza e senza paura: siete tutti colpevoli!
Colpevoli di aver taciuto.
Colpevoli di aver voltato lo sguardo.
Colpevoli di aver permesso che oggi una persona che ha preso a calci in faccia mio fratello, uccidendolo, sia libera.
Libera di camminare per strada.
Libera, fino alla prossima volta.
E la prossima vittima potrebbe essere uno di voi. O qualcuno che amate.
Non pensate che il silenzio vi protegga.
Il silenzio ha solo reso possibile questa ingiustizia.
E mentre tutto questo accade, mio fratello non c’è più.
E questo non cambierà mai.
Ma una cosa la prometto: non smetterò di lottare per la sua giustizia.
Finché avrò voce, finché esisterà anche solo uno spiraglio, continuerò.
Perché la verità deve emergere.
Perché la sua vita meritava rispetto.
Perché il silenzio non può vincere”.
“E sì – conclude il post di Adele Castellaccio – faremo appello.
E allora lo dico adesso, con la stessa forza con cui porto questo dolore:
se c’è qualcuno che ha visto, se c’è qualcuno che porta dentro di sé anche solo un briciolo di coscienza,
questo è il momento di farsi avanti.
Parlate!
Perché se continuerete a tacere, marcirete nel vostro silenzio, giorno dopo giorno, per il resto della vostra vita.
Questo è Alessandro, mio fratello.
Lo hanno ucciso due volte: la prima con la violenza, la seconda con il silenzio”.
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