Monumenti a Vicovaro

::: Chiesa di San Sabino

Edificata, sui resti di un edificio rettangolare romano in “opus mixtum” e pavimento in cocciopesto. La costruzione fu adibita sin dal primo medioevo a chiesa dedicata a S. Sabino vescovo.
Fu restaurata nelle forme attuali alla fine del Seicento. Interessanti gli stipiti dell’ingresso, della seconda metà del Quattrocento, in materiale di riutilizzo proveniente da un edificio andato distrutto.
Posizione: Piazza San Sabino.

 

::: Chiesa di San Antonio Abate

Appena fuori del paese, è una costruzione d’origine rinascimentale (XV- in. XVI), già dedicata alla S. Croce e sede dell’omonima Confraternita. Ampliata negli ultimi decenni del Settecento (post. 1774), la chiesa ospita nel suo interno una statua in terracotta policroma del Titolare (sec. XVI) ed un bel Crocifisso ligneo (sec. XVI), quest’ultimo già sull’altare maggiore.
Interessanti le quattro colonne in breccia corallina d’origine romana che adornano il portico rinascimentale che, secondo tradizione, sembrano provenire dai resti di un antico edificio romano posto nel territorio “Quarto del Piano”, mentre i capitelli, assegnabili all’età dei Flavi, da una villa in località Fonte Parzio.
Di fronte la chiesa l’Ospedale (sec. XVI) adibito ora a casa privata.
Posizione: Via di San Antonio.

 

::: S. Maria del Sepolcro

A margine della Via Valeria, a qualche chilometro da Vicovaro, e proprio alla confluenza del Ronci con l’Aniene. Il complesso, già chiesa e convento dei Terziari Regolari (Tor) dedicato a S. Antonio da Padova, nacque intorno ad un’antica “cona” – provvidenziale luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini e viandanti – innalzata presso i resti di un precedente edificio da un non tanto precisato Orsini di Vicovaro che, sorpreso da un improvviso e violento temporale nella zona, fu costretto a trovare riparo presso l’edicola della Vergine ed ad invocarne la sua celeste protezione. L’interno della chiesa custodiva sull’altare l’immagine affrescata della Vergine col Bambino, la cosiddetta “Madonna della Salute” (Sec. XIV – XV), ed in un nicchione il gruppo in terracotta policroma con la “Deposizione di Cristo al Sepolcro” (sec. XVI), andati recentemente e vandalicamente distrutti per negligenza ed incuria.
Soppresso nel 1656 con la Riforma Innocenziana, il convento fu abbandonato mentre la chiesa subì un restauro tra la fine del Seicento e gli inizi di quello successivo: dimenticata per anni, è ora sottoposta a ristrutturazione da parte di volontari.
Posizione: Via Tiburtina Valeria (1 Km dal paese).

 

::: S. Rocco

Edificio fuori del paese lungo la Via Valeria.
Di origine cinquecentesca la costruzione era stato eretta per volontà della popolazione e dedicata ai Ss. Rocco e Sebastiano tutori contro le frequenti pestilenze. Fu di pertinenza della Compagnia di s. Rocco, chiamata pure della Buona Morte.
Restaurata alla fine del Seicento raggiunse le forme attuali negli ultimi decenni del Settecento.
Nell’interno, che ospitava la statua lignea di s. Rocco (sec. XVII), affreschi del sec. XVIII con una “Assunta tra i Ss. Atanasio, Sebastiano, S. Francesco di Paola e Antonio da Padova”.
Posizione: Via Valeria Vecchia (1 Km dal paese).

::: Ex Chiesa S. Maria delle Grazie ora Museo Tematico della Valle Ustica

Eretta su ruderi romani fece parte sin dal sec. XIII dell’omonimo convento francescano iscritto alla Custodia Tiburtina, poi Reatina, dei Frati Minori Conventuali.
Esterno di Santa Maria delle Grazie La chiesa restaurata nel sec. XVI, quindi nella metà del sec. XVII, raggiunse le forme attuali agli inizi del Settecento.
Bandita la comunità francescana con la Soppressione napoleonica, il convento e le sue pertinenze furono vendute ai privati, mentre la chiesa divenne dal 1877 sacrario ed edificio di culto per l’attiguo cimitero.
Ora non è più officiata ed è stata restaurata esternamente ed internamente.
Interno di Santa Maria delle Grazie Nell’interno ad un’unica navata, affreschi seicenteschi rappresentanti Personaggi, Santi e Sante dell’Ordine francescano ecc.
Sull’altare maggiore era esposta al culto una tavola rinascimentale della “Vergine delle Grazie” (sec. XV), mentre nel primo altare a destra, già Juspatronato degli Orsini di Licenza – Roccagiovine, la tela con “s. Francesco” di Vincenzo Manenti ( 1635-1640): ambedue i dipinti, in attesa di provvidenziale restauro, sono ora custoditi a S. Pietro.
Posizione: Via Santa Maria.

 
Condividi l'articolo:
LEGGI ANCHE  ROMA | Termini, è sempre più emergenza: omicidio davanti ai turisti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.