Ponte di Nona – Roghi, il comitato incontra in Campidoglio la Matarazzo: “Abbiamo fallito”

La Matarazzo ammette quindi di non essere riuscita a fermare il fenomeno dei roghi tossici provenienti dal campo nomadi di via Salone. Anche se questo era ormai sotto gli occhi di tutti, in primis degli abitanti di zona, che soprattutto nelle ultime due settimane hanno visto incrementare il fenomeno doloso. Ormai bruciano ogni giorno, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

incontro matarazzo“Certo non ci arrendiamo – continua la Matarazzo – continueremo con il controllo degli abusivi all’interno del campo come fatto a via Salviati, e con un’operazione di bonifica e pulizia all’interno dell’insediamento per dare un segnale forte a chi trasgredisce ancora”. Quello che si ipotizza è proprio che quanto fatto all’interno del campo di Tor Sapienza, abbia fatto in qualche modo aumentare i roghi tossici a Salone “per ritorsione”. Una versione che però non convince, visto che gli incendi non si sono mai fermati, ben prima dei due blitz della scorsa settimana ad opera del gruppo Spe guidato da Di Maggio. “Vanno messi in difficoltà – dice il vicecomandante -, continuando con il lavoro di sequestro dei mezzi che trasportano i materiali destinali ai roghi ed allontanando le persone che dimorano abusivamente all’interno del villaggio attrezzato”. Quello che si vuole provare a fare inoltre, è raccogliere testimonianze e denunce di chi a Salone ci vive. Gli stessi Rom, anch’essi esasperati dalla situazione, potrebbero essere utili per individuare i responsabili. Anche i funzionari alle Politiche sociali avranno un ruolo in questo. Cercheranno di informare e sensibilizzare gli abitati del campo.

 

Si andrà avanti, già dalla prossima settimana, con le operazioni di contrasto. Si vuole bonificare la zona dai cumuli di rifiuti, da ferro e rame e individuare gli absivi. Sul presidio fisso la Matarazzo non molla però: “Quando era entrato in funzione, se pur per un breve periodo, abbiamo registrato un calo dei roghi, segno che malgrado le poche risorse a disposizione e gli orari limitati, questo può determinare un deterrente”. Ora tocca a Di Maggio organizzare la sorveglianza, anche se si è sempre detto “contrario per mancanza di uomini da impiegare”. “Ora lo devi fare”, lo incalza la Matarazzo. Sempre se questo serva effettivamente a qualcosa, visto che “in alcuni casi i roghi sono stati accesi proprio durante la sorveglianza”, come dice Di Maggio.

Ma il tempo è ormai scaduto: “Le persone sono stanche e si sta creando un sentimento di odio nei confronti dei Rom che è difficile da contenere – dice Elisa Cherubini -, dovete risolvere il problema dei roghi ed evitare lo scontro sociale, prima che sia troppo tardi”.

 

Veronica Altimari

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