Ergastolo per l’omicidio dei Nar del 1985    

L’agguato terroristico si consuma sull’autostrada Roma- L’Aquila, a poca distanza dal casello di Castel Madama. Due persone, fingendo di avere l’auto in panne, alla vista della pattuglia, chiedono aiuto agli agenti.

Il nostro Paese, ha attraversato un lungo periodo “oscuro” durate il quale le strade italiane erano teatro di una serie infinita di agguati. Un prezzo davvero altissimo è stato pagato dalle forze di polizia ed una delle sigle terroristiche maggiormente attive erano i Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari- organizzazione terroristica italiana d’ispirazione neofascista, nata a Roma nel 1977). Proprio durante il processo di un crimine rivendicato dai Nar, è stata confermata in Appello a Roma la condanna all’ergastolo nei confronti di Fabrizio Dante. Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 1985 rimane ucciso l’agente scelto della polizia stradale Giovanni Di Leonardo, 34 anni. Nell’agguato terroristico viene ferito anche un altro poliziotto: per quest’ultimo episodio la Corte di Appello ha dichiarato l’intervenuta prescrizione. In primo grado, nel dicembre 2019, Dante era stato condannato dalla prima corte di Assise di Roma all’ergastolo, come aveva chiesto il pm Erminio Amelio, per le accuse di omicidio volontario e tentato omicidio, aggravati dalla premeditazione e dai futili motivi, e con finalità di terrorismo. L’agguato terroristico si consuma sull’autostrada Roma- L’Aquila, a poca distanza dal casello di Castel Madama. Due persone, fingendo di avere l’auto in panne, alla vista della pattuglia, chiedono aiuto agli agenti. Come ricostruito dagli investigatori della Digos, appena l’auto della polizia si ferma, una terza persona, sbucata improvvisamente sul lato destro della vettura di servizio, spara contro Di Leonardo mentre uno dei complici apre il fuoco contro l’altro agente. I due vengono gettati in una scarpata. L’altro agente, rimasto ferito, riesce faticosamente a risalire la scarpata e chiama i soccorsi.

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