TIVOLI – Daniela Circelli, il pirata della strada ai domiciliari: nessun pericolo di fuga

Dopo sei giorni a Rebibbia, Mohamed Gebril torna a casa col braccialetto elettronico

Ha reso ampia confessione e non c’è pericolo di fuga.

Daniela Circelli, 39enne di Guidonia Centro investita e uccisa sulle strisce pedonali da un’auto pirata

Per questo esce da Rebibbia e va agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico Mohamed Samy Aref Gebril, l’egiziano di 26 anni accusato della morte di Daniela Circelli, la 39enne di Guidonia Centro, dipendente Amazon e mamma di due figli, travolta e lasciata senza vita sull’asfalto della Tiburtina a Tivoli Terme mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Lo ha stabilito oggi, lunedì 23 settembre, la Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli Emanuela Maria Francini che ha revocato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata martedì 17 settembre ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli.

Mohamed Samy Aref Gebril, 26enne egiziano, incensurato, regolare in Italia con contratto di lavoro

Lo rende noto l’avvocato Giovanni Tommaso Maria Persichetti di Roma, difensore di fiducia di Mohamed Samy Aref Gebril, lo stesso legale che venerdì scorso 20 settembre ha assistito il 26enne durante l’interrogatorio di garanzia a Rebibbia davanti alla Giudice Emanuela Maria Francini (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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In quell’occasione Gebril ha confessato, ammettendo di essere stato il conducente della Volkswagen Golf lanciata a tutto gas sulla via Tiburtina in una notte di pioggia, mentre Daniela Circelli attraversava la strada sulle strisce per raggiungere l’opposta carreggiata dove la attendeva in auto un collega insieme al quale avrebbe raggiunto la sede di lavoro, lo stabilimento Amazon di Settecamini.

In carcere Mohamed Samy Aref Gebril ha dunque ribadito quanto già riferito ai carabinieri di Tivoli Terme nella giornata di venerdì 13 settembre.

Quel giorno l’egiziano incensurato, regolare in Italia e con un contratto di lavoro presso il Centro Agroalimentare Romano di Setteville di Guidonia, era tornato nella caserma di via Vittorio Alfieri insieme all’avvocato Persichetti per rettificare la versione resa a 48 ore dal tragico investimento stradale costato la vita a Daniela Circelli, quando i carabinieri lo rintracciarono in un appartamento a Villalba di Guidonia, diverso da quello in cui risiede a Tivoli Terme.

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Davanti agli investigatori, inizialmente Gebril negò le sue responsabilità scaricando la colpa su un connazionale che viaggiava insieme a lui nella Volkswagen Golf, intestata ad un tunisino titolare di un’attività commerciale a Tivoli Terme.

A Mohamed Samy Aref Gebril il pubblico ministero titolare dell’indagine, Gabriele Iuzzolino, contesta le accuse di omicidio stradaleomissione di soccorso oltre a quella di calunnia per aver accusato il connazionale (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il giovane resterà agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico in attesa di processo.

“Il Gip ha accolto la nostra richiesta – commenta l’avvocato Giovanni Tommaso Maria Persichetti – Si tratta di una decisione giusta in quanto non sussiste alcun pericolo di fuga da parte del mio assistito.

La stessa giudice ha infatti preso atto che venerdì 13 settembre Mohamed Samy Aref Gebril è stato accompagnato dal sottoscritto dai carabinieri per rendere piena confessione”.

 

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