MONTEROTONDO – 19 anni fa a Gerusalemme moriva Angelo Frammartino: un ricordo che resiste al tempo

Il ricordo di Angelo Frammartino vive ancora come simbolo di pace, altruismo e impegno civile contro ogni forma di odio

Il 10 agosto di diciannove anni fa, a Gerusalemme, veniva brutalmente ucciso Angelo Frammartino, giovane pacifista di Monterotondo.

Aveva solo 24 anni, studiava legge, e si trovava in missione di volontariato per aiutare i bambini vittime del conflitto israelo-palestinese.

Assassinato da una mano mossa dall’odio cieco, alimentato dall’ingiustizia e dall’incapacità di riconoscere l’altro”, lo ha ricordato con commozione il sindaco di Monterotondo, Riccardo Varone.

La ferita di quella tragedia è ancora viva a Monterotondo e in tutti coloro che hanno conosciuto Angelo o ne hanno abbracciato i valori. Il suo sorriso, la sua dedizione e il suo esempio continuano a risplendere come una “goccia di splendore” contro l’indifferenza e la violenza.

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La sua figura è diventata simbolo di impegno civile e di resistenza morale. Oggi, più che mai, ci si interroga su quale sarebbe stato il suo sguardo sulle guerre attuali, in particolare sul dramma che sta colpendo la popolazione di Gaza. In molti sono certi che Angelo avrebbe continuato a battersi, con la forza delle idee e della nonviolenza, per la giustizia e per la pace.

Medaglia d’oro al merito civile alla memoria, Angelo Frammartino è ancora presente in numerosi luoghi e progetti che portano il suo nome, da Monterotondo a Torino, da Caulonia a Gerusalemme. La sua eredità è viva nelle attività della Fondazione che lo ricorda e nelle azioni quotidiane di chi, come lui, crede che un altro mondo sia possibile.

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