Lasciare una traccia più dell’uomo che del tecnico.
Raccontare i sentimenti che animano un professionista del diritto chiamato a difendere un assassino, uno stupratore, un bandito oppure a perorare i diritti delle rispettive vittime.
C’è questo e molto altro ne “Il Penalista”, libro scritto dall’avvocato Pietro Nicotera, ex sindaco di Marcellina, con prefazione dell’ex magistrata Simonetta Matone, attualmente deputata alla Camera per la Lega e Membro della Commissione Giustizia.
Nell’opera l’avvocato Nicotera racconta sé stesso e l’evoluzione della società attraverso 40 anni di processi penali e di professione forense vista da dietro le quinte della toga, tra esitazioni, dubbi e notti insonni.
“Il Penalista”, edito da “Agorà Santelli”, verrà presentato il prossimo lunedì 3 novembre alle ore 17 presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio a Roma.
Insieme all’autore interverranno anche il Sottosegretario e Vice Ministro alla Giustizia Senatore Andrea Ostellari, l’onorevole Simonetta Matone, l’avvocato Massimiliano Cesali, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, l’avvocato Vincenzo Comi, già Presidente della Camera Penale di Roma e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, l’avvocato Salvatore Sciullo, vice Presidente della Camera Penale di Roma.
Modera la giornalista de “Il Messaggero” Cristiana Mangani.
In circa 200 pagine l’avvocato Pietro Nicotera racconta in capitoli le “storie maledette” dibattute nelle aule giudiziarie di piazzale Clodio e di Rebibbia.
Dalla Banda della Magliana all’eversione nera degli anni 70 e 80, dalla scomparsa di Emanuela Orlandi al femminicidio fino allo scambio di embrioni all’ospedale Sandro Pertini nel 2014.
– Il Branco. Lo stupro di gruppo
Il primo capitolo è dedicato al cosiddetto “branco”, un gruppo di giovani balordi di Marcellina che nel 1983 sequestrarono per 48 ore e violentarono a turno due turiste tedesche in vacanza in Italia, fino a quando le due vittime riuscirono a liberarsi.
Gli stupratori, difesi proprio dall’avvocato Pietro Nicotera, furono condannati a poco più di due anni di reclusione perché la legge sulla violenza sessuale di gruppo ancora non era vigente.
– Abusi sui minori della scuola materna “Olga Rovere di Rignano Flaminio
Il decimo capitolo de “Il Penalista” è riservato ad uno dei casi di cronaca più eclatanti mai dibattuti al Tribunale di Tivoli, il processo su presunti reati commessi tra il 2005 e il 2006 ai danni di 21 bambini dell’asilo, violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni e contrari alla pubblica decenza.
In quel caso l’avvocato Pietro Nicotera era uno dei legali di parte civile dei genitori dei piccoli convinti della colpevolezza delle tre maestre, della bidella e del marito di una delle insegnanti.
Invece nel 2012 il Tribunale di Tivoli smontò il castello accusatorio della Procura e assolse i cinque imputati, scagionati anche nel 2014 dalla Corte d’Appello di Roma.
– Angelo Stazzi. L’infermiere Killer-L’Angelo della Morte
Nella sua lunga carriera l’avvocato Pietro Nicotera si è trovato faccia a faccia anche con l’unico serial killer della provincia Nordest negli ultimi decenni: Angelo Stazzi, oggi 80enne e detenuto a Rebibbia, condannato all’ergastolo per aver ucciso cinque anziani pazienti della casa di riposo “Villa Alex” a Sant’Angelo Romano tra il dicembre 2008 e il settembre 2009 e per aver ammazzato e sepolto una collega di lavoro nel giardino della sua casa a Montelibretti.
In quel caso l’avvocato Nicotera era una dei legali di parte civile dei familiari delle vittime.
– Angelo Spagnoli. Il Cecchino di Guidonia
Il dodicesimo capitolo de “Il Penalista” è infine riservato ad un altro assassino: Angelo Spagnoli, oggi 70enne, capitano dell’esercito in congedo, tiratore scelto, laureato in Ingegneria, che la sera del 3 novembre 2007 seminò il panico in via Fratelli Gualandi, a Castel Arcione di Guidonia, sparando dal tetto di casa, uccidendo due persone e ferendone gravemente una decina, tra cui un carabiniere.
L’avvocato Pietro Nicotera fu uno dei legali di parte civile nel processo all’uomo ribattezzato il “Cecchino di Guidonia”, riconosciuto infermo di mente, rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario e liberato dopo dieci anni.
“Non un manuale tecnico, ma un racconto umano: il diritto vissuto, non solo studiato”, così l’avvocato Nicotera descrive “Il Penalista”.
“Volevo raccontare il dietro le quinte della toga, le esitazioni, le notti insonni, le vittorie che non si festeggiano e le sconfitte che insegnano – spiega il legale – Raccontare, quindi, il mestiere dell’avvocato penalista non come lo si immagina nei film, ma come lo si vive davvero: tra dubbi, solitudini, responsabilità.
Il libro è nato come un dialogo con i giovani, ma è diventato anche una riflessione su me stesso. Inoltre il bisogno di fare ordine e l’avere avvertito che non bastava più custodire tutto nella memoria.
Il libro è nato anche per chi crede ancora che la giustizia sia una faccenda umana, prima che tecnica”.
“Il caso che più di tutti mi ha cambiato come avvocato e come uomo? – prosegue l’autore – Un processo in cui difendevo un ragazzo accusato di aver tentato di uccidere il padre.
Era un caso difficile, emotivamente devastante.
Ma durante il dibattimento ho scoperto che dietro quel gesto c’era una storia di abusi, silenzi e disperazione.
Quel processo mi ha insegnato che il diritto non basta: serve ascolto, serve empatia.
Da allora ho smesso di cercare la verità assoluta e ho iniziato a cercare la verità possibile.
Non era solo una questione giuridica, ma umana ed ho capito che l’avvocato non è solo un tecnico del diritto, ma anche un ponte tra il dolore e la giustizia.
Ho imparato a non giudicare, a non semplificare, a dare voce a chi non ce l’ha.
Da quel processo ogni cliente è per me una storia, non un numero di ruolo”.