Palombara – I 13 sindaci del Parco vogliono lo scioglimento dell’Ente

I tredici sindaci dei comuni facenti parte dell’Ente Parco dei Monti Lucretili hanno deciso di andare ad occupare la sede della Regione Lazio per indirizzare la Polverini allo scioglimento dell’Ente che allo stato attuale non ha senso di esistere avendo un Bilancio pari allo zero. 

“La nostra non è una provocazione, perché la Regione Lazio non ha stanziato alcun fondo per la gestione del Parco per gli anni 2011-2012″, dichiara Paolo Della Rocca, sindaco di Palombara, presidente della comunità del Parco che ha sede proprio nella cittadina sabina.

La criticità della situazione è emersa a seguito dell’assemblea dei sindaci che la scorsa estate doveva esprimere il parere favorevole con riserva del Bilancio. “Inoltre, la Regione ha disposto che tutto il personale del Parco passerà nei ruoli regionali – sottolinea Della Rocca – Sono decine le voci del Bilancio dell’Ente aventi come stanziamento l’importo pari a zero euro. Così il direttore del Parco mesi fa ci ha inviato una nota comunicando l’impossibilità di garantire l’ordinaria operatività a causa dell’assenza di risorse finanziarie, aggiungendo che non ci sono neanche i soldi per fare le riparazioni degli automezzi e per il carburante”.

La situazione è drammaticamente insostenibile e non permette più l’attuabilità delle competenze programmatiche, considerato che non ci sono fondi nemmeno per gasolio, telefoni ed assicurazioni. Gran parte della programmazione dell’Ente Parco si trascina da quasi un decennio e neppure le più basilari attività sono garantite nel breve.
“E’ necessario, dunque, un incontro con l’assessore regionale Mattei e con la direzione ambientale, ingegner Tanzi, al fine di valutare e verificare la situazione”, aggiunge Della Rocca.
I tredici sindaci (Monteflavio, Moricone, Orvinio, Palombara Sabina, Percile, Roccagiovine, Scandriglia, Vicovaro, Marcellina, Montorio Romano, San Polo dei Cavalieri, Poggio Moiano, Licenza) ritengono che nonostante il precedente lavoro svolto positivamente dal commissario straordinario dell’Ente Parco e dal direttore, se la Regione non garantirà a breve l’erogazione e la garanzia dell’attuazione di programma inevitavilmente si verificherà il dissesto finanziario dell’Ente stesso.  
Anche la Provincia di Roma ha espresso preoccupazione per la situazione finanziaria del Parco lucretile. Oltre al problema annunciato nel Bilancio di previsione 2012/2014, già dal consuntivo 2010 erano state riscontrate le criticità economiche, tanto che la Regione Lazio all’epoca invitava l’Ente Parco ad utilizzare in maniera parsimoniosa l’avanzo di amministrazione.
Ultimamente sono stati approvati due documenti dall’assemblea dei sindaci: il primo riguardava la richiesta di sospensione dell’istruttoria delle correzioni e modifiche del Piano di assetto del Parco, operata da parte dei tecnici incaricati dall’A.R.P. (agenzia regionale parchi) e al consiglio direttivo dell’Ente, in attesa che le amministrazioni comunali presentino le loro osservazioni.
Il secondo documento è stato firmato da tutti e tredici i sindaci che di fatto si è reso conto che il Parco ha esaurito le funzioni originarie della sua istituzione e che in futuro non potrà garantire – si ribadisce – nessuna programmazione di sviluppo a tutela.
Le risorse finanziarie sono alla base di ogni programmazione quindi, la richiesta dei sindaci di abrogare la Legge regionale “numero 41 del 26 giugno 1989” non è un segnale di protesta, ma di fatto una vera e propria richiesta da inoltrare alla Regione unitamente a tutte le delibere di consiglio comunale dei tredici Comuni facenti parte del Parco.
Se si vuole immaginare uno scenario futuro si può dire che il Parco dei Monti Lucretili passerà sotto la gestione dell’Agenzia regionale parchi, risparmiando così nei costi di gestione.
Da non dimenticare che la funzione del Parco è proteggere quegli ambienti naturali che da sempre sono stati in modo consuetudinario ritenuti bene comune, il riferimento è alla macchia mediterranea. Al Nord comunque la gestione dei Parchi è diversa, infatti le aree protette vengono gestite dalle aziende e anche per questo motivo si fanno più iniziative ed attività. Qui la gestione è ai minimi termini, confini non ancora ben definiti, una flora ed una fauna da salvaguardare. I centri visita, poi, sono chiusi o inattivi, tranne poche eccezioni come Licenza.

Gino Ferretta

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