Edelfina e Silvano, un’amore nato in treno nel ‘44

E’ un amore vero e sincero quello che lega una coppia d’anziani originaria di Palombara Sabina. Lui, Silvano Curci, 89 anni è palombarese doc un passato da calzolaio, lei Edelfina Farina, 88 anni, è nata a Montecelio. 
Domenica 9 settembre hanno festeggiato l’anniversario di matrimonio nella casa di Roma, nel quartiere Talenti, dove si sono trasferiti nel 2006, dopo una vita trascorsa a Palombara Sabina in un appartamento del centro storico. Si sono sposati nel 1944 e dal loro amore quattro figli maschi: Nilo, 67 anni, che abita a Roma, Maurizio, 62 anni, vive a Marcellina, e i gemelli Paolo e Dario, quest’ultimo 54enne maresciallo dell’Aeronautica a Novara. Triste, invece, il destino di Paolo, deceduto a 44 anni, nel 2002, quand’era commissario di Aviazione sempre a Novara. 

Silvano ed Edelfina Curci, marito e moglie, vivono in memoria del figlio prematuramente scomparso. “Oltre al dramma che non dimenticheremo mai, abbiamo avuto i nostri momenti di felicità, soprattutto nei giorni in cui nacquero i nostri figli – sottolinea Silvano – Bello anche il giorno del nostro matrimonio a Palombara nella chiesa Sant’Egidio Abate”.

Ora il traguardo delle nozze di “diamante” a ridosso delle nozze di “ferro” che scattano al 70esimo anniversario. 

Il loro segreto? Tanta complicità e comprensione, ma soprattutto rispetto. «Mio marito ha sempre avuto un carattere forte e deciso, io quasi sempre ho dovuto dargli retta per non litigare», dice Edelfina. Mai un rancore dunque o una parola fuori posto. Lei, casalinga, ha sempre pensato alla cura della famiglia e all’educazione dei figli. Silvano faceva “l’uomo” e si divideva tra due lavori: oltre all’attività di calzolaio, svolta nella sua bottega dal ‘44 al ‘52, una lunga esperienza come magazziniere alla “Rinascente”. Fino alla pensione arrivata nell’83. Poi la soddisfazione più grande per Curci. «Nell’ottobre del 1999 arrivai secondo al premio speciale dell’Università dei calzolai di Novara, fondata nel 1200″, racconta l’anziano. La menzione scritta sulla targa recita: “Al socio più lontano, ma sempre più vicino a noi”.
“I modelli delle scarpe me li disegnavo da solo – sottolinea con orgoglio Silvano – Poi andavo a Tivoli per comprare il materiale e le pelli animali per fare le scarpe. Amo ancora il mio vecchio mestiere perché è creativo, amo mia moglie perché è dolce e comprensiva e adoro il mio paese d’origine, Palombara Sabina, perché ha un clima ed un panorama stupendo. Per anni con i figli ancora piccoli facevamo la spola tra la casa di Roma e quella di Palombara”.
La spola, i viaggi, il trasloco, prima ancora il treno, una vita sempre in movimento. “Ricordo il giorno che conobbi mia moglie, eravamo sul treno per Tivoli. Io ero militare e andavo in caserma, mentre Edelfina stava andando dal parrucchiere. Fu un colpo di fulmine, era carina e volli conoscerla. Mi presentai la sera stessa dal padre e dopo quattro mesi di fidanzamento la sposai”, racconta l’anziano.  
Ora, i nonni Silvano ed Evelina, sono l’orgoglio dei figli e dei sette nipoti. 

Gino Ferretta

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