Come si dice in gergo artistico, per te New York ha meritato il bis…
Assolutamente sì! Durante il primo viaggio ho visitato i principali luoghi turistici, musei come il MOMA, il Guggenheim, il MET, la Statua della Libertà, Central Park, il Bronx Zoo, lo stadio di baseball dei Mets, Brooklyn, Harlem e i luoghi panoramici più famosi come l’Empire State Building e il Top of the Rock. La seconda volta ho potuto vivere la città più a fondo, esplorandola non da turista, perdendomi tra le vie, i negozietti di dischi, e andando al cinema. Per caso ho scovato una sala in cui proiettavano “2001 Odissea nello spazio” e un’altra che aveva in programmazione persino “Il Sorpasso”, uno dei miei film preferiti. Entrambe le volte ho rifocillato lo spirito coccolandolo con l’arte di Broadway! Il teatro è uno dei motivi che mi fa amare così tanto questa città e che continua a spingermi a tornare.
Entrare nei teatri di Broadway è stata un’emozione fortissima, ma ancor più intenso è stato assistere agli spettacoli: attori perfetti e interpreti eccellenti, con regie curate nel minimo dettaglio. Ne ho visti diversi, di prosa e musical, ma in particolare vorrei citare “Waiting for Godot”, di Samuel Beckett, uno dei miei testi teatrali preferiti. Recitavano Ian Mckellen and Patrick Stewart . Il pubblico ha partecipato e si è divertito molto e alla fine c’è stata un’ovazione entusiasmante che ha coinvolto tutto il teatro.
Cosa hai provato seduta in uno dei teatri più prestigiosi del mondo?
Poter vedere quest’opera recitata in lingua originale, in dizione perfetta, con una messa in scena fedelissima al testo dell’autore e con attori talmente bravi da farti dimenticare che erano attori, è stato il massimo. Per due ore sono stata lì, in quella terra sconosciuta, a soffrire e a ridere con i personaggi e ad aspettare Godot con loro… Insomma, immedesimazione totale! Gli attori sono sublimi ed erano lì, davanti a me. Avrei voluto rubare ogni attimo delle loro interpretazioni e della loro tecnica per poterle fare mie!
Hai scelto di tornare a New York in inverno. Qual è secondo te la stagione migliore per visitarla?
Per la prima volta sceglierei la primavera, godendo della città senza filtri e condizionamenti metereologici. Eviterei quindi sia l’estate che l’inverno! Nel primo caso fa troppo caldo, nel secondo si raggiungono temperature assurde, ci sono stati giorni in cui eravamo a -13 gradi ed io personalmente non sono abituata ad un freddo così intenso. All’inizio è stata dura, ma vivere New York con la neve e il gelo è anch’essa un’esperienza unica e particolare!
Pensando all’ultima volta negli States, qual è stato il momento più emozionante?
È stato senza dubbio lo scoccare della mezzanotte (ora locale) del mio compleanno mentre mi trovavo sull’Empire State Building. La serata era dominata da una timida luna, l’aria era tersa e il cielo privo di nuvole. Faceva molto freddo e sulla terrazza dell’Empire si poteva stare a malapena a causa del forte vento che tirava, ma il silenzio che c’era e che si poneva in contrasto con il caos della città ai miei piedi, è stata davvero un’emozione unica. Il bello del salire su un grattacielo è anche questo, arrivare così in alto e immergersi in questa bolla ovattata dalla quale osservare la metropoli che si muove ignorando che tu sia lassù ad scrutarla.
Cosa ha lasciato dentro di te questo viaggio?
Tanta arte, tanta adrenalina e voglia di fare. Eccitazione allo stato puro! Ed è per questo che voglio tornarci presto. Il teatro e il viaggio sono per me “medicine” molto simili tra loro e infatti spesso si fondono. Del resto si effettua un percorso con più o meno ostacoli in entrambi i casi, ci si prepara attentamente prima di partire, si studia, l’adrenalina sale, si vive l’esperienza sul posto e si torna alla base più ricchi e completi di prima, con un bagaglio colmo di esperienze, sia positive che negative.
Impegni futuri?
Sto preparando uno spettacolo che andrà in scena a Roma dal 19 al 25 maggio, una commedia inedita molto divertente. In progetto c’è sicuramente un viaggio in America Latina, Brasile in particolare. Vorrei girare il mondo e visitare quanti più luoghi possibili insieme alla mia metà, prima di chiudere gli occhi per l’ultima volta.
di Rara Piol