Rocca Cencia è stata scelta perché presenta “molte caratteristiche a vantaggio dell’azienda”, spiega Fortini. L’area è di proprietà dell’Ama, è già predisposta al trattamento dei rifiuti con le autorizzazioni di valutazione e impatto ambientale (Aia e Via), anche se per la nuova struttura ne occorreranno sicuramente altri. Per Fortini, la costituzione del nuovo ecodristretto costituisce anche la possibilità di riqualificare e bonificare l’intera area. L’inceneritore verrà dismesso, mentre sarà mantenuto il Tmb (trattamento meccanico biologico) e sarà valorizzato tutto l’auto parco, che presenta anche dei locali idonei per i lavoratori. Ma la cosa che “potrebbe far calmare gli animi” è proprio il fatto che nel ciclo di trattamento previsto, non ci sarà l’organico, ovvero quello che rende i rifiuti pericolosi , e inquinanti. “Un quarto dei rifiuti di Roma è composta dagli scarti alimentari – dice Fortini in commissione -, quindi se la differenziata viene fatta bene, con la corretta separazione della frazione secca, si ridurrà l’utilizzo della tritovagliatura, e di conseguenza dello scarto residuo”. Ovvero, quella parte di rifiuto che non si può recuperare e che finirebbe nella discarica di servizio. “Se le cose restano effettivamente come illustrato da Fornini, non ci opporremo a questo tipo di impianto – dice Enrico Stèfano, consigliere capitolino del Movimento cinque stelle – , infatti quello che più ci preoccupava era il potenziale inquinamento che una discarica di servizio poteva avere su questo territorio ma così’, sulla carta, sembra scongiurato”.
L’ecodistretto sarà un vero e proprio compound di stabilimenti diversi, con tecnologie avanzate reperite “grazie anche alla condivisione con commissioni specializzate a livello internazionale”. Ma la vera “rivoluzione” ed “opportunità”, risiede nel recupero e conferimento dei materiali nella filiera del riciclo. Già, perché il rifiuto, una volta trattato, può “monetizzarsi” con la vendita ai consorzi di riciclo (come il Conai per esempio). Quindi entrate che Ama potrà poi investire nei suoi impianti. “La valorizzazione che attualmente Roma Capitale fa dei rifiuti, con l’immissione nel mercato dei materiali, è al 17% – conclude il presidente e ad della municipalizzata -, l’obbiettivo è quello di arrivare almeno all’80% una volta a regime” Sui tempi di realizzazione, c’è ancora approssimazione. Le variabili sono i tempi per il rilascio delle autorizzazioni, ma anche quello dei bandi di gara per l’esecuzione dei lavori. Ma una volta avviati, per l’impianto destinato al multimateriale leggero ci vorranno dai 10 ai 12 mesi di realizzazione, quello del vetro circa 9.
C’è da chiedersi se questo piano resti effettivamente così, soprattutto perchè la raccolta differenziata non sta funzionando come dovrebbe. Mentre dai territori, monta la protesta.
Veronica Altimari