Simbruini – Processionarie, dal Parco le indicazioni su come intervenire

“Le larve e gli stadi giovanili di questo insetto – spiegano gli operatori dell’Ente montano – sono i più pericolosi sia per i danni che provocano alla vegetazione sia per i rischi legati alla salute umana e animale. Durante la fase larvale questi insetti sono facilmente riconoscibili per la caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta appunto di processione”.

 

Caccia ai nidi

Per questi motivi ed in considerazione delle numerose richieste di intervento, il Parco dei Monti Simbruini è sceso in campo, rendendo noti gli interventi che dovranno essere eseguiti, anche su disposizione delle autorità locali competenti, nei casi di rischio per la salute di persone e animali.
Cioè, effettuare il taglio e la bruciatura dei nidi della “processionaria” ad inizio primavera, quando le larve dell’insetto munite di peli urticanti si trovano nei nidi, mentre in estate è consigliabile l’asportazione, dei vecchi nidi vuoti contenenti i peli urticanti.
In autunno, invece, quando le giovani larve sono prive di peli urticanti, i pre – nidi devono essere asportati e bruciati e le piante infestate possono essere trattate con bioinsetticidi a base di Bacillus thuringiensis varietà kurstaki oppure, possono essere effettuati trattamenti con prodotti a base di regolatori di crescita (IGR), dopo aver effettuato un opportuno monitoraggio per stabilire se l’insetto si trovi in uno stadio sensibile a questo tipo di prodotti.

 

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Il Parco dei Monti Simbruini ha precisato, inoltre, che per eseguire le operazioni di taglio, bruciatura e asportazione dei nidi e dei pre – nidi è necessario munirsi di tuta, mascherina ed occhiali protettivi.
Con i suoi 30 mila ettari di territorio e 7 Comuni di comprensorio, di cui 5 in provincia di Roma (Camerata Nuova, Cervara di Roma, Subiaco, Jenne e Vallepietra) e 2 Comuni in provincia di Frosinone (Trevi nel Lazio e Filettino), il Parco dei Monti Simbruini, istituito con legge regionale ne 1983, risulta essere la più estesa area protetta del Lazio.

Fa. Lo.

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