“Segnalare, ma senza metersi in mostra”
L’incontro dedicato al tema della sicurezza, però, non è riuscito a riscuotere l’attenzione necessaria: solo una ventina di residenti ha deciso di assistere al dibattito. “Nel quartiere si sente sempre parlare di mancanza di sicurezza, la gente si lamenta ovunque, eppure oggi non è venuto quasi nessuno – commenta Bruno Foresti, presidente del comitato –. È stata un’occasione persa per molti, visti gli utili consigli forniti dai Carabinieri”. Tra i temi affrontati, anche quello dei volontari per la vigilanza: “È ammirevole e giusto che i residenti diano il loro contributo, ovviamente senza sostituirsi alle forze dell’ordine – dice il Capitano Andrea Cinus –. Ma un conto è farlo in maniera ‘anonima’, un altro è mettersi in mostra. Mi trovo in sintonia con le parole del Prefetto”.
La regola del ‘buon vicinato’
Solidarietà, maggior coinvolgimento ed unità. Sono questi i requisiti per il controllo del vicinato, uno dei primi consigli forniti dal Capitano Cinus al fine di prevenire i furti nelle abitazioni o nelle attività commerciali. “Dobbiamo combattere l’indifferenza – spiega –. Bisogna coinvolgere maggiormente la popolazione, fare in modo che i condomini si conoscano meglio e si aiutino a vicenda. Ci sono stati casi di furti in cui è stata sradicata la saracinesca di un’attività commerciale e nessun residente affermava di aver sentito nulla”. Il consiglio del Capitano, dunque, è quello di “dare un’occhiata al parcheggio o alle scale, segnalare qualsiasi rumore sospetto al 112 o al 113”, chiamare le forze dell’ordine, senza il bisogno di agire.
Segnalare per una migliore presenza sul territorio
Effettuare un bilancio della criminalità all’interno di un quartiere, potrebbe essere più facile se tutti i furti e le rapine venissero segnalati. “Spesso si pensa che sia necessaria una denuncia formale, scritta, ma per noi basta anche una semplice segnalazione telefonica – spiega il Capitano –. Più segnalazioni riceviamo, più è facile capire in quali giorni ed orari il quartiere necessita una sorveglianza maggiore. Se ci aiutate, sapremo coordinare al meglio le pattuglie e la nostra presenza sul territorio”. Cinus, però, tiene a precisare che la presenza sul territorio c’è: “C’è la squadra Radiomobile, le pattuglie della stazione ed anche i militari che operano in borghese. I residenti non devono preoccuparsi se non vedono una pattuglia fissa sotto casa, sarebbe utopico pensare una cosa simile”.
Forze dell’ordine: ad ognuno il suo compito
Prima di effettuare qualsiasi segnalazione, però, è necessario che i residenti sappiano a chi rivolgersi. “Le forze dell’ordine non sono tutte uguali, ognuna svolge un compito di verso – continua Cinus –. Per l’abbandono dei rifiuti, ad esempio, bisogna segnalare i casi alla Polizia locale. Per i casi da codice penale, invece, bisogna segnalare all’Arma dei Carabinieri o alla Polizia”.
La vigilanza notturna: “Non per ottenere visibilità”
Il tema scottante dell’incontro, però, è stato proprio quello dei volontari per la vigilanza notturna. O ronde, che dir si voglia. Un argomento che, da un paio di anni, ha diviso l’opinione pubblica tra i pro ed i contro. “Sono pienamente d’accordo con le parole del Prefetto, non abbiamo bisogno di sceriffi o di eroi – commenta il Capitano –. Dal mio punto di vista le segnalazioni sarebbe meglio se fossero ‘anonime’, senza il bisogno di andare in giro con macchine o pettorine, in cerca di visibilità. Nel caso della vigilanza il confine tra il ‘bene ed il male’ è labile, bisogna stare molto attenti”. Nel caso del quartiere di Ponte di Nona, però, Cinus tiene a precisare: “Abbiamo un buon rapporto con il Caop di Franco Pirina”.
A fine incontro, però, è rimasto l’amaro in bocca per la mancata partecipazione del territorio. Un incontro utile al quale i cittadini, ed i volontari per la sicurezza, avrebbero potuto confrontarsi con i militari della zona. Un’occasione persa per mettere da parte i rancori personali, legati perlopiù alla ‘faida’ tra pro e contro vigilanza notturna, per il bene di tutto il quartiere.