“Abbiamo allertato tutti figli uffici municipali competenti, a fine giugno, per provare a forzare la Insomma probabilmente la questione si è chiusa, anzi “sospesa”, una volta che la preside ha effettuato ufficiale richiesta, e insieme a lei il comitato di quartiere che, venendo a conoscenza della questione dopo l’articolo apparso su Tiburno.tv il 23 giugno scorso, si era subito attivato interpellando anch’esso gli uffici di via Duilio Cambellotti, ma non solo. “Avevamo trovato un compromesso, noi pensavamo a trasportarla fino a Celano, in Abruzzo, e la ditta che eseguì i lavori a smaltirla – spiega Emilio Tora del comitato che si è interessato personalmente della questione -, ma non hanno voluto firmare la bolla di scarico e il furgone, chi lo aveva messo a disposizione, non lo rischia”. Un accordo interrotto per chissà quale motivo.
La guaina infatti va smaltita seguendo una procedura particolare per rifiuti pericolosi. Con un costo, ovviamente, rilevante. E questo sembra tra i motivi di questo forte ritardo. “Abbiamo aperto un contenzioso con la ditta che ha effettato i lavori di rifacimento del tetto due anni fa – continua Gidaro -, era loro responsabilità”. Anche se, a quanto pare, la ditta avrebbe bloccato i lavori, nel luglio 2013, perché ancora con un credito di 300mila euro. Soldi mai pagati per l’intervento al plesso. Vane le segnalazioni che negli anni fecero anche la ex dirigente scolastico e il comitato di zona allora guidato da Danilo Proietti.
“Stavamo pensando ad un esposto – dice il presidente del comitato di quartiere Pierluigi Iacone , ma non nascondo che molti genitori temono poi per la chiusura della scuola”.
E intanto i bimbi, iniziano il nuovo anno scolastico così, con un cortile del plesso completamente occupato da questa sostanza nociva. Ancora una volta.
Veronica Altimari
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