Fonte Nuova – Asilo nido di Santa Lucia, l’opposizione polemizza con il sindaco

Da “L’altra Fonte Nuova a Sinistra” riceviamo e pubblichiamo

 

“La vicenda dell’asilo nido di via Liguria a Santa Lucia sta diventando l’esempio evidente, paradigmatico potremmo dire, dell’incapacità e dell’inefficienza dell’Amministrazione Cannella.

Com’è forse necessario ricordare, come lista “L’altra Fonte Nuova – a sinistra”, dopo aver contribuito alla vittoria della coalizione di centrosinistra alle elezioni comunali del 2014, nell’ottobre scorso abbiamo ritenuto di interrompere il nostro sostegno al Sindaco Cannella a causa di una gestione dell’Amministrazione comunale che abbiamo definita, inconcludente, incapace di affrontare con serietà e lungimiranza le emergenze del nostro territorio, gravida di personalismi e di favoritismi, contraria alla crescita culturale della nostra comunità.

Senza voler qui ricordare le numerose motivazioni che ci hanno portato ad uscire dalla maggioranza che sostiene il Sindaco Cannella, con questo nostro contributo vorremmo porre l’attenzione sulla questione dell’asilo nido di via Liguria e della scellerata gestione seguita per il suo affidamento, ripercorrendo l’iter seguito in questi ultimi mesi ed analizzando i motivi che sono alla base di questo evidente fallimento. Possiamo infatti individuare aspetti differenti, ma tutti ugualmente rilevanti, che hanno determinato, interconnessi tra loro, lo sconquasso delle azioni di questa amministrazione sulla gestione della vicenda e che fanno riferimento, in particolare, agli aspetti socio- culturali, alla sostenibilità economica dell’intervento e alla gestione delle procedure.

 

Gli aspetti socio-culturali
Legato e subordinato all’apertura dell’asilo nido era stato elaborato dall’allora Assessora ai Servizi sociali Paola Scatena, il progetto ZOE (Zona di Orientamento ed Empowerment – termine che potemmo tradurre in “crescita” o “potenziamento” della persona), progetto che aveva trovato ampi consensi e plauso nelle Università in cui era stato presentato e alla Regione Lazio. La Regione, in particolare, aveva assicurato la finanziabilità del progetto facendo ricorso ai contributi del Fondo Sociale Europeo (FSE) per i quali erano in corso di predisposizione specifici bandi per l’erogazione dei contributi a valere sul Programma Operativo 2014-2020.
Il progetto prevedeva una rete di servizi intorno alle famiglie e alla persona che, non solo prendesse in carico le necessità emerse, ma fosse in grado di far emergere quelle sopite sulle quali poter costruire e ricostruire la forza, la dignità e la felicità della persona. Attraverso azioni di orientamento, di riflessione sulle competenze, di sostegno a nuove forme di lavoro e alla costruzione di reti di sostegno, in linea con le nuove forme di collaborazione, si dava vita ad un ente di promozione sociale i cui effetti non avrebbero tardato a farsi vedere.
L’altro aspetto innovativo del progetto era quello legato alla promozione di una cultura legata al “maternage” e al “paternage” o più diffusamente alla “genitorialità” che avrebbe avuto effetti benefici immediati e a lungo termine, facendo del Comune di Fonte Nuova un incubatore di idee e di benessere. Questo, come tutti gli studi economici possono confermare, avrebbe avuto una ricaduta positiva non solo sul benessere individuale ma anche su quello economico del Comune. Le persone più stanno bene, meno costano alle Amministrazioni. Attualmente il Comune di Fonte Nuova impegna circa 530mila euro l’anno (è uno dei Comuni dell’area nord est con la spesa più ingente) per il finanziamento di progetti per l’integrazione scolastica: una gestione precoce dei problemi, con progetti di ascolto, formazione e osservazione, come era tra gli obiettivi del progetto ZOE, avrebbe aiutato a contenere sensibilmente il disagio sociale (e la spesa conseguente).

 

La sostenibilità economica del progetto
Seppure il Comune di Fonte Nuova, in linea con la situazioni di altri Comuni del territorio regionale e nazionale, soffre per il taglio delle risorse economiche decise dal Governo centrale e, a cascata, dalla Regione Lazio, ha il potere e il dovere di ottimizzare e allocare le risorse in modo efficiente. Nella fattispecie il progetto elaborato dall’Assessora Scatena per l’asilo nido, prevedeva, attraverso la gestione in concessione, un investimento e una cogestione con enti dedicati. Un investimento del Comune nell’ordine di 100mila euro l’anno, riducibile nel tempo, avrebbe permesso l’erogazione di un servizio con indiscutibili ricadute positive sui cittadini, sulle Imprese e, alla lunga, sui conti del Comune stesso. Se si pensa che per altri progetti nel sociale si è nella situazione di investire risorse comunali anche molto superiori (come per i 530mila euro/anno per l’integrazione scolastica), non può non contestarsi fermamente la decisione miope di non voler allocare risorse sul progetto, risorse che peraltro erano state reperite nel bilancio comunale.
Senza dimenticare poi che aprire il nido comunale avrebbe dato un’immediata risposta di qualità alle esigenze di almeno 48 famiglie di Fonte Nuova, oltre a dare un senso economico, in senso lato, ad un investimento costato oltre 1 milione di euro (di cui 250mila euro come contributo regionale e quasi 800mila a carico delle casse comunali!)

 

La gestione delle procedure
Sin dall’insediamento dell’amministrazione Cannella è apparso chiaro il clima di continuità e di contiguità con azioni della precedente amministrazione di centrodestra che andavano oltre la dovuta conseguenzialità procedurale. Il Sindaco Cannella ha infatti spesso tentato di (mal) gestire le dinamiche esistenti senza tentare, con coraggio e determinazione, di apportare modifiche sostanziali ad un sistema di gestione della cosa pubblica, ed in particolare dei servizi sociali, che avevamo fortemente criticato, rivendicando, sin dalla campagna elettorale, uno stato di Diritti che garantisse pari opportunità a tutte e tutti i cittadini di Fonte Nuova.
A questo approccio contraddittorio e apparentemente immotivato, l’Assessora Scatena, insieme ad altri componenti della Giunta, ora anch’essi “dimissionati”, ha provato ad opporsi con forza. Ma ciò evidentemente dava fastidio. Così come ha dato fastidio, più nel merito, l’impostazione voluta dall’Assessora Scatena per l’affidamento in gestione dell’asilo nido e recepita, dopo ampia e lunga discussione con le altre forze dell’allora maggioranza, nella delibera consiliare n. 14/2015. Tale atto prevedeva espressamente il mantenimento in capo all’Amministrazione comunale dei poteri di programmazione e di controllo del servizio da affidare, di definizione delle tariffe e di graduazione delle agevolazioni per gli utenti del nido, nonché della definizione di idonee linee guida per la progettazione del servizio stesso cui avrebbe dovuto ottemperare il concessionario.
Tutto ciò, con l’azzeramento della giunta voluta dal Sindaco Cannella nello scorso settembre, è stato inopinatamente affossato. Si è infatti proceduto alla pubblicazione di un bando (per la cui stesura, peraltro, invece di utilizzare le competenti risorse di personale interno all’Amministrazione, si è fatto ricorso ad una consulente esterna che comporterà un costo aggiuntivo spropositato di oltre 12.500 euro) che ha del tutto trascurato gli obiettivi progettuali preminenti ed innovativi di cui si è detto in precedenza ma che, soprattutto, ha omesso, in
palese violazione della volontà espressa dal Consiglio comunale con la citata delibera 14/2015, ogni riferimento al controllo delle tariffe per l’utilizzo di un servizio che noi continuiamo a ritenere debba rimanere pubblico.
In sostanza si è deciso di affossare una sperimentazione innovativa per l’affidamento di un servizio fondamentale come il nido comunale, che avrebbe potuto rappresentare un fiore all’occhiello per il nostro territorio, semplicemente con l’obiettivo di far cassa (peraltro fallito visto l’esito del bando), come se si trattasse dell’affitto di un bar o di una bocciofila di quartiere.
Per tutto questo abbiamo ritenuto che le scelte e le modalità seguite, anche nella vicenda relativa all’asilo nido, siano frutto di una gestione della cosa pubblica ottusa, priva di una qualsiasi visione politica lungimirante da parte del Sindaco Cannella, in palese contrasto con gli obiettivi che avevamo condiviso sottoscrivendo il programma della coalizione di centro-sinistra “Un progetto comune per Fonte Nuova”. In quel programma erano rivendicati come assi portanti della futura gestione amministrativa i principi di legalità, di trasparenza, di democrazia partecipata, di equità, di rispetto dei diritti, tutti principi il cui venir meno non può che aver determinato, come logica conseguenza, la cessazione del nostro sostegno all’Amministrazione Cannella”.

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