Nella mostra di Pixelpancho i Robot e gli dèi si incontrano per fondersi in un’unica entità soprannaturale. L’uomo è protagonista senza mai comparire in carne ed ossa, la sua pelle sensibile diviene ferro, il suo animo ingranaggio. “Il corpo umano è interessante da un punto di vista anatomico – ha dichiarato Pixelpancho in un’intervista – il modo in cui funziona è veramente affascinante e ispira tutti i miei disegni”.
L’artista realizzerà inoltre un murales nel quartiere Primavalle, in collaborazione con il collettivo Muracci Nostri e gli artisti e realtà locali per portare nella periferia del territorio l’impatto e le suggestioni della street art che ne racconta così storia, simboli e memorie.