La città di Tivoli è maggiormente al riparo da simili scenari rispetto allarea sottostante. La storia però ci ricorda che, in passato, anche la Superba ha subito unalluvione. E accaduto nel novembre del 1826. Giornate di piogge ininterrotte contribuirono a ingrossare oltre il consentito il fiume Aniene che, allepoca, fiancheggiava alcuni caseggiati dellodierna Via Maggiore. Linevitabile e attesa tracimazione, impossibile da arginare, travolse alcune abitazioni (senza provocare vittime), provocando lulteriore distruzione degli orti e delle vigne attigue. Inoltre, le acque, con una forza sempre maggiore si abbatterono anche, distruggendola, sulla diga posta allaltezza dellattuale Ponte Gregoriano, con la conseguente scomparsa della cascata che faceva precipitare il corso dellAniene nella sottostante gola di Villa Gregoriana.
Lo storico tiburtino, Francesco Bulgarini, riporta una sommaria discrezione dellalluvione del 1826 nellopera Notizie storiche antiquarie dellantichissima città di Tivoli. A mezzodì del 16 novembre scrive Bulgarini – stante una straordinaria piena, in poche ore, lalveo del fiume si abbassò 8 metri. Quindi crollò la strada di S.Falena e quella di S.Lucia unitamente alla chiesa e a diciotto case circostanti, porzioni di palazzo Boschi con i giardini (
) Fortunatamente nessuno perì. Solo molte masserizie non poterono salvarsi e un eccidio di centinaia di persone sarebbe avvenuto se il disastro accadeva di notte.
Per arginare la minaccia di future piene alluvionali dellAniene su Tivoli, lallora papa Gregorio XVI finanziò i lavori progettati dal tecnico Clemente Falchi che prevedevano la deviazione del fiume mediante trafori scavati nelle rocce di Monte Catillo e la costruzione di un ponte più solido a ununica arcata in corrispondenza della vecchia diga. Le opere di contenimento dellAniene, di elevata ingegneria in quel periodo storico, impegnarono maestranze tiburtine e dei territori circostanti. Iniziate nel 1832 si conclusero tre anni dopo con lo stesso pontefice che si recò in visita nella città tiburtina per inaugurarle. Da allora, Tivoli è maggiormente al sicuro dai possibili danni provocati dal fiume che lattraversa
Alessandro Bianchi