Il sindaco di Monterotondo Mauro Alessandri ha scritto agli studenti e ha diffuso la nota attraverso i canali social:
“Liberate il Liceo Peano da una occupazione che né i Rappresentanti di Istituto né la Consulta, né l’Assemblea degli Studenti hanno deliberato.
Da un’occupazione prepotente, che compromette il diritto allo studio, nella scuola, senza che essa sia stata autorizzata da nessuna delle rappresentanze democraticamente elette” chiede a gran voce il Primo Cittadino.
Di seguito il testo completo:
“La difesa dei diritti, la crescita della democrazia in questo paese sono passate, è vero, anche attraverso la forzatura delle leggi, per tendere alla giustizia sociale quando non pienamente garantita o configurata nei provvedimenti legislativI o nelle scelte dei governi.
Il congresso del Msi a Genova non era illegale ma era una ingiusta provocazione e la mobilitazione fu spontanea e a tratti fuori dalle autorizzazioni e dalle leggi ma fu giusta. Organizzarsi in associazione clandestine durante il fascismo era illegale ma giusto, e così via: ESEMPI CHE VALGONO per tante altre occasioni della Storia del nostra paese.
Occupare le terre era illegale, dopo la fine della guerra, ma giusto, e fu il frutto di una mobilitazione di massa, di un’idea di società e di mondo.
Arrogarsi però il diritto di occupare una Scuola alla bene e meglio senza nessun confronto, senza visione, e contro la posizione schiacciante della maggioranza, confusamente, è CONFORMISMO. Questa vaghezza, questa prepotenza, non contribuiscono a far comprendere le vostre ragioni ma le riducono al rango di un’azionetta qualsiasi, di una goliardata. Quali documenti ha prodotto questa occupazione, quali proposte. A quali scopi tende, quale battaglia sostanzia? Io non escludo che queste mie domande abbiano delle risposte, che io non conosco però e che ho interesse a conoscere. Il problema è l’alternanza scuola lavoro?
Siamo da un anno a condividere con voi come farla, E CI SIAMO RIUSCITI; a pensare come attuarla venendo incontro alle esigenze di una intera generazione, che comprendiamo e sposiamo: formazione vera, esperienze utili, nessuno sfruttamento, nessuna mortificazione di aspirazioni o intelligenze, tecniche e creative. Questo, qui, è avvenuto, quando e perché le Istituzioni scolastiche , gli studenti, il Comune e altri protagonisti del territorio, nel campo della ricerca, dell’impresa e della formazione, hanno collaborato.
Questa è la Città simbolo della democrazia, delle lotte, degli avanzamenti sociali, affermatesi però nel solco di grandi movimenti popolari, legittimati nell’azione dal pensiero e dalle posizioni condivise da migliaia di persone.
E’ la città in cui attraverso lo studio, esercitato come diritto, si sono emancipate generazioni di giovani che provenivano da famiglie umili, e che qui si sono affermati perché oltre al loro valore si è levata una intera Città a garantirli.
Il Palazzo comunale, oggi, in questi giorni, ospita gli studenti del Liceo Peano, così come la biblioteca comunale e l’auditorium, dove le lezioni continuano regolarmente.
LIBERATE LA SCUOLA DA UN’OCCUPAZIONE non democratica. Io lo scrissi una volta: non penso che violare una legge, se ritenuta, consapevolmente e massivamente profondamente ingiusta, o contrastarla, sia sempre da condannare. E’ una cosa così forte, così grande però che quando la si realizza non deve mai mancare consapevolezza di cosa si contrasta, del perché e di cosa si vuole ottenere, come mai la consapevolezza dei limiti che questa azione deve avere nel tempo, degli obbiettivi. Tutto questo non lo ravvedo e non lo ravvedono altre centinaia di studenti, che non possono sottostare a una prepotenza: siamo dalla loro parte, come siamo dalla parte del confronto costruttivo, determinatamente.
Cessate l’occupazione e trasformate questa voglia di cambiamento in discussione, incontri, documenti che stiano nel campo della giustizia e della garanzie democratiche: sarete allora tutti dalla stessa parte allora, forse faticando di più, forse divertendovi meno ma INSIEME. Uscite da questo vicolo cieco, vivete e studiate in una Città che è in grado di capire tutto questo e di avanzare, democraticamente e rispettosamente, tenendo conto di voi, delle vostre vite e delle vostre istanze”.