Sul numero di Tiburno in edicola il 3 novembre, una piccola panoramica sul “valore” del lavoro. Ovvero, il giornale ha un po’ curiosato su come, al di là dell’emergenza sanitaria che impone giustamente misure precise per la salute, i diritti dei lavoratori siano considerati. E diciamo che non se la passano molto bene. Di pochi giorni fa ad esempio la notizia che al Nomentana Hospital oltre 200 lavoratori sono stati messi in cassa integrazione, proprio per via del Covid. Nel nostro territorio, a parte altre le grandi aziende, come Amazon o Trelleborg, ce n’è una miriade di piccole, in cui è difficile fare emergere le vulnerabilità dei pochi dipendenti (non sempre tali, ma collaboratori, consulenti e roba del genere che gli stessi sindacati non riescono a individuare), facilmente ricattabili. Tutti i comparti sono in sofferenza, beninteso, ma alcuni stanno peggio di altri, il turistico, la ristorazione, ma pure le tipografie e le mense, il cui ruolo è assai ristretto ora che tanti lavorano in smart working, e quindi decade la loro presenza in sede. La salute insomma è la grande incognita, e ci mancherebbe altro, ma dei diritti dei lavoratori si rischia di farne a meno. Le misure del Governo, cassa integrazione e stop ai licenziamenti fino al prossimo marzo, possono servire ma dopo? Dove sono le idee e le visioni per lo sviluppo?